Coronavirus Fase 2, ai Castelli sarà difficile. Mauro Leoni: “Serve liquidità a fondo perduto, no ad indebitamento”

Pubblicato: Lunedì, 27 Aprile 2020 - Redazione attualità

VELLETRI (attualità) - Il consigliere comunale veliterno fermo sull'importanza di ripartire mettendo in circolazione liquidità

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Sulla Fase 2, ormai prossima all’inizio previsto per lunedì 4 maggio, è intervenuto anche un esponente della politica veliterna, il consigliere comunale Mauro Leoni del Partito Democratico. Leoni in passato è stato anche presidente di Confesercenti Velletri, pertanto conosce a fondi il tessuto economico e le dinamiche che coinvolgono le piccole – medie imprese e gli artigiani.

“Stiamo vivendo un momento che segnerà la nostra esistenza. Siamo in un contesto a cui tutti noi eravamo completamente impreparati. Lo siamo stati nella fase di aggressione da parte del virus, di arginamento e lo saremo ancor di più nella fase di rilancio.

Certo è che a distanza di tre mesi dal primo decreto dove si sanciva l’attacco virale, con contromosse deboli ed inefficaci, oggi  non ci si può più permettere errori. Sbagliare ora  significherebbe causare una caduta verticale  di ogni elementare concetto che serve per mantenere saldo uno stato moderno in tutte le sue forme più democratiche.

La maturità del popolo italiano è stata messa a dura prova rispetto ad azioni che mai ci erano state chieste. Siamo stati bravi, a parte qualche episodio sporadico. Ora però la sfida si fa più seria e più dura, c’è di mezzo la tenuta di tutti gli apparati socioeconomici del Paese.

Il Paese, i Comuni non possono più stare alla finestra ascoltando chi canta, deve essere messa in movimento la macchina di una economia  in ginocchio, coscienti che la fotografia è tutt’altro che positiva sul piano delle prospettive.

Saremo chiamati a cambiare abitudini, modo di approcciarci alla vita quotidiana in ogni settore, in ogni hobby. Saremo chiamati a dover rimodulare le nostre attività, forse addirittura reinventarci un mestiere.

Dal 4 di maggio, ci  chiameranno gradualmente  a riaprire. È una forzatura da chi sta monitorando il percorso virale del Covid-19, ma maledettamente dovuto se vogliamo salvare questa nave  che è nel pieno di una tempesta, fino a che la pandemia troverà sul suo cammino un antidoto capace di bloccarla con un vaccino che avrà pur sempre  criticità su alcuni soggetti.

Serve ripartire,  in fretta,  con idee chiare, senza demagogie, coscienti che mai come questa volta servono azioni concrete, a supporto di una filiera che trascinerà inevitabilmente più settori collegati tra loro.

Il  commercio significa centri storici vivi, vita reale di migliaia di famiglie che siano imprenditori o addetti ai lavori  come maestranze  fondamentali per la vita di tante microimprese.

Una catena economica che, se non attenzionata nel giusto modo, rischierà una caduta verticale  drammatica.

Non possiamo girarci intorno, le piccole imprese da sole non ce la faranno, la crisi economica che già era tangibile nella quotidianità, diventerà insormontabile se  il governo centrale non troverà il coraggio di arginare i danni che durante questi 3 mesi, ogni attività ha subito direttamente e di riflesso in ogni indotto.

Serve coraggio e stoppare ogni richiesta di dovuto legata a mutui, fidi, cartelle di ogni tipo, serve immettere finanza a fondo perduto, in progetti che possano rilanciare tutto un mondo legato all’impresa anche qui diretta ed indiretta.

Vanno messi in campo investimenti seri a fondo perduto, che non provochino  nessuna forma d’indebitamento, ma piuttosto inneschino economie di scala  utili a rimettere in moto il sistema economico.

C’è un mondo che deve essere coinvolto, che può  diventare  parte attiva e propulsore in questo momento così  drammatico.

Vanno messe economie a supporto dei comuni, per finanziare opere importanti nei centri storici. L’edilizia ed il piccolo artigianato sono sempre stati un volano fondamentale per rimettere in moto il sistema economico. Una città offre centinaia di opportunità che vanno in queste direzioni, i comuni devono attivarsi su eventuali volontà di regioni e governo centrale.

Supportare  ristrutturazione dei negozi, nuovi progetti imprenditoriali che sicuramente vedranno molti piccoli imprenditori attivi sicuramente con nuove proposte. Tutto questo può sicuramente rimettere in moto un microcosmo legato al commercio ed all’artigianato.

Servono misure concrete.
In ambito locale, doveroso  azzerare la tassa di occupazione del suolo pubblico per il 2020 e depennare la Tari almeno per il periodo di chiusura delle attività. Il posticipo al 31 dicembre di tutte le scadenze  fiscali e tributarie, nazionali e locali che non dovessero essere cancellate.

La responsabilità vuole che si pensi alla tenuta anche dei comuni, dove già per  i bilanci si fa fatica tenerli in equilibrio, anche qui Regioni e Governo centrale  devono mettere in campo misure di sostegno serio! Su questa ultima ipotesi utile e corretto far si che i vari tributi dovranno  essere dilazionati  nelle successive annualità”.