FOTO & VIDEO - "La casa carta 4" è il solito brodo. Ma, signori, che consommè!

Pubblicato: Mercoledì, 08 Aprile 2020 - redazione attualità

casaCarta5 ilmamilioFRASCATI (serie Tv) - La nuova stagione, da pochi giorni su Netflix, delude solo chi parte prevenuto. Altro che chiacchiere!

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C'è chi, con la puzza sotto al naso giura di aver "mollato". Perché "La casa di carta" è sempre la solita minestra, il solito brodo...

Sarà... Ma, signori, che consommè!

Attesissima, la quarta stagione su Netflix vive di tanto passato, qualche passo avanti ed un ultimo episodio, l'ottavo, che racchiude tutta l'essenza della stagione stessa.

Bisognerebbe andare con ordine ma è bene dire che c'è l'ennesimo grande ritorno di Berlino, alias Andrés de Fonollosa (ovvero Pedro Alonso), personaggio a quanto pare ancora mai debitamente esplorato, ma la verità è che si tratta ampiamente di una stagione di transizione della quale - per non spoilerare - è bene dire non troppo.

Va comunque vista, decisamente sì.

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Proviamo dunque a mettere ordine. Il professore si riprende dalla choc dell'uccisione (finta) di Lisbona, ovvero Raquel Murillo (Itziar Ituño), soprattutto perché una Tokyo sempre in forma smagliante (qui sopra, la disarmante Úrsula Corberó) gli fa capire che era stata tutta una messa in scena.

E così le 8 puntate, tra un amarcord e l'altro - comunque sempre funzionali alla trama - si avvolge proprio attorno a due filoni: riuscire ad uscire dalla Banca di Spagna e liberare Lisbona. Stop.

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Muore qualcuno? Sì, eccome. Muore qualcuno. Ed è una perdita di quelle pesanti ma, d'altra parte, di perdite toste ce ne erano state già diverse in passato come quella dello stesso Berlino. Ma gli scomparsi, da Oslo al padre di Denver, ricompaiono tutti proprio nel momento del trapasso della vittima eccellente della 4^ stagione.

Nell'eterno equilibrio tra il bene ed il male, buoni e cattivi (Gandia, il capo delle guardie del governatore per esempio), una citazione di merito la guadagnano l'ispettrice Alicia Sierra (già vista nella 3^ stagione) e l'eterno e sempre più impalpabile "Arturito". Ma chi sono i buoni? Chi i cattivi?

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Degnissimi di citazioni i due passaggi "italiani" che aggiungo al cult di "Bella, ciao" - diventata una canzone simbolo della serie spagnola, due camei davvero eccezionali. Si tratta delle due canzoni che Berlino fa cantare nel corso del suo matrimonio ai frati: "Ti amo" di Umberto Tozzi e "Centro di gravità permanente" di Franco Battiato. Rigorosamente in lingua italiana. Inutile dire che vale decisamente la pena di seguire queste scene della 4^ stagione in lingua rigorosamente orginale (vedi foto copertina).

 

Domanda: il professore scamperà al più serio attentato alla sua vita?

Per il resto, come detto, la stagione è da gustare e bere tutta d'un fiato. E lascia decisamente capire che a breve seguirà una 5^ stagione che solo il coronavirus potrebbe rallentare o rinviare.

VOTO: 7,5/10

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L'indomina Alicia Sierra (Najwa Nimri)