Attacchi di panico: come si manifestano e cosa fare

Pubblicato: Mercoledì, 12 Febbraio 2020 - redazione attualità

panico ilmamilioROMA (attualità) - Ecco come riconoscere una situazione che è molto più comune di quanto si creda

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Gli attacchi di panico sono manifestazioni di ansia intense e improvvise, di durata limitata. Il soggetto colpito da questo fenomeno si sente morire, ha il terrore di essere vittima di un attacco cardiaco anche se molto giovane e in perfetta salute. Gli attacchi di panico hanno luogo improvvisamente o a seguito di specifiche situazioni, come l’ansia per un evento (esame, parlare in pubblico..). Possono infatti, verificarsi anche a causa di fobie specifiche, ad esempio, la paura di volare. Quelli che si manifestano improvvisamente invece, non sono assolutamente prevedibili, spesso si tratta di episodi isolati e le motivazioni che lo scatenano sono inconsce.

Come si manifestano gli attacchi di panico

L’inizio di un attacco di panico non è prevedibile, in pochi minuti raggiunge il suo apice e termina in massimo 20 minuti. I sintomi più comuni sono:

  • Tachicardia, battiti irregolari e accelerati, palpitazioni.
  • Terrore di perdere il controllo e impazzire.
  • Sensazione di sbandamento, giramenti di testa e capogiri.
  • Sudorazione fredda.
  • Tremori che danno origine anche a grandi scosse
  • Sensazione di soffocamento che parte con un’iperventilazione.
  • Dolore o fastidio al petto e presenza di fitte (molte volte vengono percepite anche se non ci sono realmente).
  • Percezione alterata di sé, degli altri e dell’ambiente circostante.
  • Brividi.
  • Nausea o fastidi addominali.
  • Nodo alla gola che dona un senso di asfissia.

Ovviamente, questi sintomi non si presentano necessariamente tutti e anzi, alcuni potrebbero non essere presenti in questa lista. L’aspetto più importante da valutare è la gravità degli stessi e l’intensità con cui si presentano. Ci sono situazioni in cui esplodono una parte di questi sintomi, per un periodo di tempo limitato, senza poi scaturire nell’attacco di panico vero e proprio.

Durante l’attacco di panico la mente del soggetto colpita si riempie di pensieri catastrofici, impossibili da controllare. Non si riesce a pensare chiaramente e di conseguenza viene meno l’autocontrollo che permetterebbe al paziente di calmarsi. Molti pensano che queste crisi siano sintomo di malattie gravi non diagnosticate e nonostante esami che attestano il contrario, restano mentalmente e fisicamente vulnerabili.

Come trattare gli attacchi di panico

Esistono diverse tecniche per la cura degli attacchi di panico:

  • Tecniche cognitive: prevedono una terapia in cui si utilizzano strategie verbali che hanno l’obiettivo di modificare i pensieri catastrofici che si formano durante gli attacchi di panico. Con il tempo, la persona colpita non avrà più paura delle sensazioni fisiche di ansia e saprà controllarle. Si impara a convivere con questo disturbo e quando si presenta si aspetta che passi.
  • Tecniche comportamentali: sono un mix di strategie verbali e tecniche che aiutano a modificare i comportamenti problematici che innescano il fenomeno. La prima cosa da fare è contrastare la tendenza ad evitare le situazioni che fanno paura. Bisogna anche sottoporre, gradualmente, il paziente alle sensazioni fisiche che lo spaventano e fargli abbandonare i cosiddetti “Comportamenti protettivi” che gli danno una sicurezza illusoria.
  • Tecniche esperienziali: si tratta di tecniche di rilassamento e strategie che aumentano nel soggetto la capacità ad accettare le emozioni negative. Fanno parte di questo filone la meditazione Mindfulness e la Acceptance and Commitment Therapy.

Cosa fare se si è in presenza di un soggetto in preda ad attacco di panico

Non esiste una cura immediata all’attacco di panico, se ci si trova di fronte a qualcuno che ne sta avendo uno può essere davvero complicato aiutare. Si possono distinguere due momenti in cui intervenire: durante e prima che l’attacco si verifichi.


Nell’attimo di urgenza è importante stare vicino a chi è in preda all’attacco, cercare di calmarlo spiegandogli che terminerà presto e fargli fare piccoli movimenti (aprire e chiudere le mani o compiere piccoli passi) per consumare l’eccessiva quantità di ossigeno che entra nel suo corpo a causa della “fame d’aria”. Altra cosa utile ma più complicata è spostare l’attenzione da dentro a fuori, cercare di far concentrare il soggetto su elementi dell’ambiente circostante.

È sempre bene ricordare che di attacchi di panico non si muore, si tratta di un’esperienza spiacevole che però non ha effetti negativi reali sul nostro fisico.