Violenza di genere: come riconoscerla? Quando l’amore si trasforma in sofferenza
Pubblicato: Giovedì, 21 Novembre 2019 - redazione attualità
GENZANO (attualità) - Il 25 novembre è la Giornata mondiale contro la violenza di genere
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Nel dicembre del 1999, l’ONU ha individuato nel 25 novembre la data in cui celebrare la Giornata mondiale contro la violenza di genere. Da allora ogni anno il 25 novembre si susseguono varie iniziative a livello locale, nazionale ed internazionale per dire NO a questo fenomeno.
Ma cos’è veramente la violenza di genere? Come si può riconoscere?
Tutti i giorni si sente parlare di femminicidio, violenza fisica e sessuale, stalking dai mass media e per questo si tende ad individuare il fenomeno della violenza di genere con queste forme più visibili ed eclatanti. In realtà, quando si parla di violenza di genere, si includono tutta una serie di comportamenti spesso difficili da individuare perché mascherati sotto forma di espressioni “eccessive” di amore: la violenza psicologica (umiliare, sminuire, deridere), l’isolamento e la violenza economica sono ancora interpretati come atteggiamenti, sicuramente sbagliati ma comprensibili perché legati al carattere dell’autore: “si comporta così perché mi ama e mi vuole proteggere”, “la colpa è la mia perché non sono in grado di…”, “Lui non è cattivo, è fatto così…”, “non voleva ferirmi, stava solo scherzando…”, “E’ geloso, quindi mi ama alla follia…”.
La sofferenza psicologica è un vissuto strettamente personale, soggetto ad interpretazioni e variazioni individuali: ciò fa sì che sia difficile individuarla; così ancora troppo spesso capita che la vittima abbia paura di uscire allo scoperto perché convinta di non essere creduta o di essere reputata esagerata oppure che, per gli stessi motivi, venga sconsigliata a farlo: ma molte vittime di femminicidio sono state prima vittime di violenza non denunciata o non creduta.
Allora cosa fare?
La prima cosa da fare è cambiare la mentalità della nostra società: l’amore non giustifica controllo sull’altro né potere nei suoi confronti, né limitazione della sua libertà! Il rispetto dell’altro e delle sue esigenze dovrebbe essere la base di ogni rapporto umano e nessuno è autorizzato a ferire, fisicamente o moralmente, chi gli è vicino. Inoltre è importante lottare contro i tabù, ancora troppo diffusi, sulla denuncia: i panni sporchi si lavano a casa propria, non si rovinano le famiglie, non denunciare rovinerai la tua e la sua vita… sono frasi e atteggiamenti ricorrenti che ostacolano il desiderio della donna vittima di potersi liberare dal suo carnefice.
E’ poi importante aumentare i luoghi dove le donne possono rivolgersi per capire se stanno vivendo o meno una situazione di violenza e, nel caso, dove trovare assistenza e supporto per poterne uscire: l’accoglienza, il rispetto e l’ascolto sono gli ingredienti fondamentali di una buona relazione di aiuto. Le donne devono sentirsi a loro agio e libere di parlare senza essere giudicate né forzate nel loro percorso. Solo con un’attenta analisi della loro situazione e dei bisogni connessi possono realmente essere aiutate ad uscire dal circuito violento.
Il “Centro di ascolto Sandra Agostinelli, per donne in difficoltà e per vittime di violenza, maltrattamenti e abusi” attivo dall’Ottobre 2014 presso l’Associazione Demetra di Genzano, dalla sua apertura ha aiutato 85 vittime di violenze, oltre ad alcuni adolescenti (famiglie violente e/o bullismo)!
Se ti riconosci in queste parole, chiamaci, puoi mantenere l'anonimato! 3318799120 – 3773605704
Dott.ssa Orietta Barbaliscia Psicologa
Responsabile Associazione Demetra
Via Franco Guidobaldi, 48
Genzano di Roma