Nemi, il successo di Jordanus de Nemore di Ibba e Biondi

Pubblicato: Mercoledì, 20 Novembre 2019 - Redazione attualità

NEMI (attualità) - al matematica Jordanus de Nemore, Ibba e Biondi hanno dedicato un libro di approfondimento

ilmamilio.it 

Per il notevole interesse suscitato, proseguono le presentazioni al pubblico della figura di Giordano da Nemi ad opera di Massimo Biondi e Gianni Ibba, che nei prossimi giorni illustreranno a Roma, all’università di Roma “La Sapienza”, i risultati della ricerca storica portata avanti sul personaggio, noto finora come Jordanus de Nemore. Successivamente i due relatori, che hanno pubblicato in argomento un volume edito dalle edizioni GSE di Roma, hanno in progamma altre conferenze in diverse località d’Italia.

Personaggio di primo piano nella storia della matematica e autore di trattati fondamentali serviti anche a studio del calibro di Leonardo da Vinci e Galileo Galilei, Jordanus si prospettava finora agli occhi dei moderni con un alone di mistero dovuto al fatto che, oltre ai testi delle sue opere, mancano documenti a lui contemporanei che ne rivelino l’identità e la personalità. Molti sono stati i tentativi di identificare la sua città di origine e il percorso della sua vita, ma in realtà non si è mai riusciti a raccogliere elementi probabili su di lui. Massimo Biondi e Gianni Ibba, invece, partendo da un’analisi linguistica dell’appellativo “de Nemore” e mettendo assieme indizi di varia provenienza, per la prima volta sono riusciti a gettare una discreta luce su di lui, delimitando almeno in termini generali l’epoca in cui visse, l’ambiente ove si svilupparono le sue doti matematiche, i possibili itinerari seguiti da adulto.

Veniamo condotti così alla fine del XII secolo e al chiuso dei monasteri benedettini del territorio di Nemi, ove si producevano le copie dei manoscritti antichi riguardanti temi religiosi e scientifici. Cresciuto in quel contesto e a contatto con le tradizioni greca, araba dei numeri, un giovane Jordanus riuscì gradatamente a esprimere la sua originalità nell’ideare ed elaborare nuovi campi di applicazione dei numeri, redigendo opere presto riprodotte dai monaci e inviate ad alcuni degli studiosi più famosi d’Europa. A una più tarda risalgono i trattai che sembrano riferirsi all’astrolabio, lo strumento principale usato nell’antichità per i viaggi, alla meccanica, all’arte delle costruzioni. E fu proprio quella maturazione a penetrare maggiormente negli ambienti universitari di Parigi, Oxford, di Pavia grazie probabilmente al passaggio e alla permanenza in quelle città del matematico. La cui origine possiamo ormai con sicurezza assegnare a Nemi, che potrà così vantarsi d’ora in avanti di aver dato i natali ad uno studioso la cui opera è stata fondamentale per il progresso della matematica e della scienza del Medioevo.

191114 aeci