STORIE - Santa Maria dell'Acquasanta, quel santuario antico tra i palazzi del centro di Marino

Pubblicato: Lunedì, 04 Novembre 2019 - G.B.

acquasanta marino mamilioMARINO (attualità) - Una storia sui generis che affonda le origini nel paganesimo

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Incastonato tra le palazzine del centro cittadino, si trova il piccolo santuario di Santa Maria dell'Acquasanta, luogo di culto mariano. Si presenta come un gioiello di piperino oggi perfettamente inserito nel tessuto urbano di Marino, con il quartiere che gli è stato costruito intorno e che infatti venne chiamato Quartiere dell'Acquasanta.

Venne scavato nella roccia nella valle del Bosco Ferentano: infatti la Dea Ferentina era venerata da già dai latini come divinità dell'acqua e della fertilità.

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All'esterno la facciata e il nartece (la struttura base) del santuario sono stati realizzati nel 1819, mentre l'edificio giallo sopra di essa è la torre della canonica, già esistente dalla seconda metà del Cinquecento. L'immagine della Madonna era probabilmente all'esterno e venne successivamente inglobata nel santuario. L'edicola di Maria venne visitata nel 1260 da San Bonaventura da Bagnoregio, filosofo e teologo di scuola agostiniana, e dal raccoglimento in questo luogo trasse ispirazione per riunire la confraternita di Gonfalone. Nel 1500 venne inclusa nel primo nucleo grazie alla famiglia Colonna, nel Seicento venne compiuta la canonica e l'interno definitivo tra il 1693 e il 1720.

Questo luogo di culto vanta diversi stili dal rococò dell'altare al neoclassico per la facciata, al romanico prevalente all'interno.

A questo sito sacro sono attribuite diverse grazie legate anche a tradizioni popolari, si dice infatti che l'acqua che sgorga sia miracolosa e ai piedi della fonte vi è scritto “presso di te è la fonte della vita”.

Il trasudare umido di una piccola grotta esterna, la freschezza delle acque di condensazione sui muri, l'umidità odorosa del bosco adiacente, rendono questo posto meditativo e quasi mistico.

L'Acquasanta deriva dalla pratica rituale di purificarsi quando si entra in un luogo sacro o quando ci si appresta a svolgere un servizio per la divinità, attraverso infatti la pulizia del corpo si accede a uno stato di maggior purezza interiore, rispetto per Dio e disponibilità ad accoglierlo in se.

Nel paganesimo, nel giudaismo e poi nel cristianesimo, era in uso la pratica dell'abluzione, cioè dell'immersione o del lavaggio di alcune parti del corpo. Una pratica che ci connette agli elementi della natura, al più indispensabile per la vita di essi, l'acqua, e così ci avvicina al divino.