A Marino per l'ambiente ai tempi nostri: l'epoca dell'Antropocene

Pubblicato: Mercoledì, 16 Ottobre 2019 - G.B.

MARINO (politica) - un'importante occasione per discutere delle “Prospettive e sviluppo del territorio”

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Venerdì 18 ottobre a Marino presso la Sala Lepanto, si svolgerà un incontro per parlare di tutela del territorio e ampliamento del Parco dell'Appia Antica.

Un'importante occasione per discutere delle “Prospettive e sviluppo del territorio”, in cui interverranno tra tanti anche il sindaco di Marino Carlo Colizza e il moderatore Marco Comandini. Sono invitati a partecipare i comitati e le associazioni regionali, ma anche i cittadini, perché iniziative come queste alimentano la nostra sensibilità e ci educano a pensare il territorio come un'interazione continua da custodire, responsabilizzandoci su ciò che ciascuno può fare concretamente. Nessuna iniziativa regionale è infatti sconnessa da quello che succede sul nostro pianeta.

Proprio in queste settimane nei cinema è uscito “Antropocene”, docufilm dall'estetica sbalorditiva, che ci racconta come l'uomo ha modificato il pianeta.

La Terra ha 4 miliardi di anni e la geologia è un po' come se fosse la sua scrittura: da dodicimila anni siamo nell'Olocene, ma da alcuni decenni, siamo entrati nell'antropocene.

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L'epoca in cui i sistemi e funzionamenti del pianeta sono influenzati più dagli esseri umani che da tutti gli altri processi naturali. L'essere umano domina infatti sul 75% delle terre non coperte dai ghiacci attraverso l'urbanizzazione, l'industrializzazione, l'estrazione, e l'agricoltura. Domina, senza proteggere.

Infatti ha superato tassi limite di azoto, potassio e fosfato per la produzione di fertilizzanti.

Il fosforo nel terreno ha oggi un impatto più massiccio di quanto ne abbia avuto negli ultimi due miliardi.

Mentre i livelli di anidride carbonica sono più alti degli ultimi 66 milioni di anni, evento che non ha precedenti; questo significa che non è possibile fare previsioni in merito.

L'anidride carbonica a questi tassi elevatissimi provoca instabilità delle temperature, fenomeni meteorologici estremi, innalzamento dei livelli dei mari, acidificazione degli oceani, e surriscaldamento globale che è solo l'onda più alta e visibile di questa trasformazione irreversibile.

Non si tratta più solo di “inquinare” ma di incidere nella catena alimentare di ogni eco-sistema, negli strati tellurici profondi, plasmare la morfologia degli ambienti.

L'espansione del parco si situa dunque in un orizzonte molto più ampio, quello dell'ampliamento e della tutela dei polmoni verdi che proteggono la biodiversità e la qualità dell'aria. “Antropocene” è a casa nostra, ma partecipando ad incontri come quello organizzato a Marino, documentandoci e leggendo articoli, possiamo diffondere questo  appello urgente ad ogni individuo.

 

 

consorzio ro.ma