Verso le elezioni di Ciampino: Balzoni che gioca a nascondino e gli auto incoronati del centrodestra

Pubblicato: Venerdì, 01 Febbraio 2019 - redazione politica

CIAMPINO (politica) - Tre (e mezzo) i candidati che si sono esplicitati ma due potrebbero comunque fare presto un passo indietro

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A Ciampino il clima pre-elettorale si va scaldando ma, chiaramente, alla chetichella.

Una scena che, come accade spesso ma verrebbe da dire qui "più spesso" registra i primi timidi posizionamenti: timidi non tanto per la forza con cui i nomi sono stati proposti (o autoproposti) ma per l'effettiva capacità di poter aspirare a qualcosa di più che una semplice passerella elettorale.

Giorgio Balzoni, nome pesante al quale guardano tutti, gioca ancora a nascondino. La sua candidatura è data per scontata al momento anche se realmente mai formalizzata (per quanto, ovviamente, la formalizzazione potrà avvenire solo dopo il 25 aprile, votandosi il 26 maggio) e, soprattutto, c'è da gestire il Partito demoratico: quale l'effettivo rapporto tra l'ex vicedirettore Rai ed ex allievo di Aldo Moro ed il partito che aveva portato, nel maggio 2018, alla caduta dell'Amministrazione Terzulli? Si resta in attesa di capire.

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Così come si cerca di intendere a fondo il motivo per cui Marcello Muzi, già presidente del Consiglio comunale e già nelle squadre di Simone Lupi prima e Giovanni Terzulli poi, abbia scelto di presentare addirittura una sua candidatura a sindaco (LEGGI Marcello Muzi si candida sindaco di Ciampino con una lista civica). Una cosa è certa: Muzi in questi ultimi anni ha sempre cambiato rotta, finendo col diventare - da uno dei principali sostenitori che era - una spina nel fianco prima per Lupi e poi per il povero Terzulli, bollito da una maggioranza liquefattasi strada facendo e dai conti in rossonero del Comune.

Stavolta Muzi sembra voler alzare il tiro: per poi rientrare nel gruppone di Balzoni o per fare le cose sul serio da solo? Continuiamo a ritenere più plausibile la prima opzione che la seconda.

Nel centrodestra una cosa è certa: nessuno è d'accordo con nessuno se non a piccoli gruppetti. Per logica nazionale le carte dovrebbe servirle la Lega, ma Forza Italia fa la voce grossa come se venisse da 20 anni di successi (e davvero così non è) e così siamo ancora ala paralisi.

O meglio: siamo all'autoreferenzialità spinta. Come quella di Giovanni Villarosa, rumoroso autodidatta fuori dal giro da qualche tempo e che oggi si ritiene pronto per il salto da grande. C'è da credergli? La risposta ai lettori.

Per il resto c'è da capire che autorevolezza abbiano i nomi di Massimo Grasso ma anche di Ivan Boccali e di una Gabriella Sisti comunque sempre sull'onda. Vedremo.

Chiude il Movimento 5 stelle, pronto a ripresentare Marco Bartolucci. O no?