Schick, insistere o partire: questo il dilemma. Segnali fugaci di ripresa, ma col ritorno di Dzeko…

Pubblicato: Lunedì, 21 Gennaio 2019 - redazione sportiva

shick roma ilmamilioROMA (calcio) - Il centravanti ceco resta però ancora un oggetto misterioso nello scacchiere dei giallorossi di Di Francesco

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Il lungo periodo di stop di Dzeko lasciava presagire importanti scenari nell’orizzonte di Schick, a lungo oggetto misterioso di una Roma che continuava a fornirgli un alibi, il poco impiego. Poi, sette partite consecutive, in cui è arrivato solamente un gol: una chance che a tutti gli effetti si può dire non abbia sfruttato, eppure Di Francesco ha continuato a difenderlo vedendo in lui segnali di ripresa.

Incredibile come la serata che poteva rappresentare il finale peggiore per l’avventura del ceco a Roma, sia diventata quella della sua rinascita. Roma-Sassuolo, l’attaccante svirgola un rinvio e la mette in porta, ma quella sua. La gol line però dice no, non è gol: l’immagine farà il giro del mondo perché effettivamente la palla non era entrata, ma per due millimetri.

Qualche istante dopo, Schick la metterà di nuovo dentro, ma nella porta giusta. Uno sliding doors degno del miglior thriller, ma non è detto basti per trattenere il n.14 giallorosso a Trigoria. Timido, con una personalità ancora da decifrare, - come ha evidenziato anche il suo agente Pavel Paska durante una recente intervista -, un inquadramento tattico non chiaro, ma palesemente complicato con Dzeko. Eppure, c’era proprio lui accanto al bosniaco nelle notti di Champions della scorsa stagione, quando incredibilmente la Roma si portò ad un gol da arrivare in finale. C’era lui nel 3-5-2 sapientemente messo in campo dal tecnico che realizzò la remuntada col Barcellona: non arrivarono reti, ma il doppio centravanti fu la chiave per ribaltare il risultato.

Certo è che lo Schick ammirato a Genova non si è più visto, un giovane ventenne che riuscì a segnare la bellezza di 11 gol subentrando in più della metà dei match disputati. Un rendimento che gli valse così la chiamata della Juve, trasferimento poi saltato durante le visite mediche ed un problema cardiaco rilevato nel centravanti ceco. A Roma, piazza certo non facile, si è gradatamente perso fino a diventare un caso. Il peso delle aspettative, mosse soprattutto da una valutazione importante, non ha saputo reggere perdendosi dentro un talento innegabile.

Potrebbe essere uno dei possibili affari del mercato di gennaio, ma la sensazione è che rimarrà: tre competizioni sono tante, il solo Dzeko non basta e i soldi investiti nel buon Patrick sono stati molti (forse troppi). E allora sarà qualcun altro a trovare spazio, forse: da Falcinelli a Kowniacki, quest’ultimo chiuso dall’arrivo di Gabbiadini. Destro, al Bologna ora chiuso anche da Nicola Sansone o Defrel: l’Atalanta lo vuole, ma solo se dovesse partire clamorosamente Gomez.

All’estero si fa a gara sui parametri zero, appetiti come non mai questo gennaio. Ramsey alla Juve è cosa fatta, Godin è la risposta dell’Inter ma il popolo colchoneros insorge e non è detta l’ultima parola. Fabregas anticipa le mosse e vola al Monaco, mentre Rabiot si legherà al Barcellona, forse subito dietro indennizzo di 15 milioni richiesto dal Psg: il Chelsea resta alla finestra.

Chi non si muove più e doveva farlo, è Pogba: l’addio di Mourinho, per il momento, ha placato il mal di pancia del Campione del Mondo.