“Grottaferrata nuovo parco acquatico”. I cittadini ormai si danno all’ironia contro i guasti idrici

Pubblicato: Giovedì, 17 Agosto 2017 - Fabrizio Giusti

GROTTAFERRATA – Troppe le perdite di acqua, lenti gli interventi di Acea, inconcludente la pressione delle istituzioni

ilmamilio.it

Prendete un paio di sci d’acqua e prima o poi troverete la vostra pista. Via del Casalaccio, Via del Boschetto, Via Marinetti, Via Quattrucci, incrocio Via del Pratone: zone in cui le perdite di acqua, a Grottaferrata, stanno durando troppo, producendo proteste e lamentele. Succede da anni, ma in questi giorni si stanno raggiungendo record storici.

A Via del Casalaccio si sono raggiunti i dieci/undici giorni di disguido. Colpa delle ferie o della mancanza di personale? Colpa della settimana di Ferragosto? Colpa della poca pressione esercitata dalle istituzioni locali nei confronti del gestore? Colpa esclusivamente delle inadempienze dell'azienda? Tutte domande senza risposta, come sempre, da quando la città è diventata un luogo in cui a scadenza settimanale si rompe una tubatura e in cui gli interventi di riparazione vanno con il passo della lumaca. Inutili i solleciti. E non importa se in queste ore qualcuno starà intervenendo (si spera) o interverrà per risolvere l’ennesima buca, la falla, la lesione che disperde un quantitativo idrico importante proprio nel periodo in cui non dovrebbe accadere.

A Grottaferrata il male ha radici antiche. Con il passaggio ad Acea (anno 2002, Giunta Viticchiè), che oggi tutti maledicono ma che all’epoca sembrava una scelta di maturità organizzativa per il territorio, la titolarità del Servizio Idrico Integrato (fognature, acqua potabile), è finita ad un gestore accentratore e l’Amministrazione comunale ha perso tutte le possibilità di decidere e incidere su qualsiasi aspetto. Rescindere non si può. Almeno non da soli e senza l’intervento massiccio e unitario del territorio e dai Comuni vessati da una gestione opinabile.

Non bastano le ricorrenti perdite d’acqua dal sottosuolo, né i ritardi delle ditte subappaltanti di Acea per giustificare una eventuale decisione di uscita. Sappiamo che gli interventi che dovrebbero palesarsi entro le 72 ore, molto raramente vengono applicati. L’area di interesse di Acea è diventata enorme da gestire e le reti idriche comunali, causa anche i mancati investimenti che a Grottaferrata, almeno recentemente, si sono limitati alla sola Via Marinetti (che oltretutto continua a subire perdite), sono in taluni casi obsolete. Un servizio che non funziona e a cui, da soli, scrivendo lettere o addirittura standosene con le braccia conserte a vedere cosa accade, non si può porre rimedio.

Una via, più volte richiesta, è quella di una grande concertazione Acea-Comuni per riequilibrare lo stato di forza di Roma Capitale, che oggi detiene il 51% di partecipazione e che tutela (è un parere diffuso in queste zone) esclusivamente i suoi interessi (vedi il rischio turnazione per l’improbabile cifra di un milione e mezzo di romani sul caso del Lago di Bracciano e l’azione che la sindaca Raggi contro la delibera della Regione Lazio che voleva chiudere le captazioni del bacino dal 1° settembre 2017) non impegnandosi troppo (ma tutti i comuni ricadono nella Città Metropolitana di Roma Capitale) di ciò che accade nei Castelli Romani o nell'immediata provincia.

In queste aree geografiche del Lazio da tre mesi i cittadini son costretti a subire le politiche di gestione delle risorse idriche di Acea, ma in pochi, se non i media e qualche istituzione locale (Rocca Priora, Lariano), hanno sventolato la bandiera dell’indignazione contro una disparità inaccettabile.

Intanto Grottaferrata è diventata un parco acquatico. E gli unici a pagare sono i suoi cittadini.

(foto tratte dal gruppo Facebook "Grottaferrata, terra di nessuno..")