Ciampino: sono i giorni di Giorgio Balzoni. Sarà lui il candidato del centrosinistra a guida Pd
Pubblicato: Lunedì, 19 Novembre 2018 - redazione politicaCIAMPINO (politica) - Un nome di alto profilo per una coalizione che potrebbe recuperare pezzi importanti. Ma il Partito democratico non si è né assunto le responsabilità per quanto accaduto a maggio né tantomeno, cosa più grave, saputo rinnovare. Anzi
ilmamilio.it - contenuto esclusivo
E' questa la settimana giusta per la presentazione ufficiale, internamente al Partito democratico di Ciampino, di colui che sembra ormai destinato a caricarsi sulle spalle la difficilissima eredità del fallimento del centrosinistra che ha portato a maggio al commissariamento.
Il nome di Giorgio Balzoni, giornalista parlamentare ed in questi mesi spesso al centro delle cronache sociali e culturali italiani per il suo appezzatissimo libro su Aldo Moro professore (e dell'ex presidente Dc trucidato il 9 maggio e ritrovato in via Caetani, Balzoni fu prim'ancora che allievo grande amico), rimbalza ormai da settimane in zona.
Un profilo di grande respiro per un tentativo - quello del centrosinistra a guida Pd - decisamente impegnativo.
Di fatto Giorgio Balzoni era stato già annunciato nei giorni scorsi nel corso di un direttivo del Pd ciampinese nel quale proprio la formalizzazione della candidatura a sindaco dell'illustre concittadino era stato uno dei punti all'ordine del giorno.
Nei prossimi giorni, invece, si dovrebbe compiere un ulteriore passo in avanti: bruciando sul tempo gli avversari politici, il centrosinistra piddino dovrebbe quindi comunicare ufficialmente a Ciampino di aver individuato l'uomo sul quale fondare il proprio dopo Terzulli.
Peccato solo che, verrebbe da dire, per quanto il profilo di Balzoni sia ottimo e sul suo nome possano convergere anche gruppi che fino ad oggi sono stati ipercritici e sufficientemente distanti (addirittura l'iniziativa civico progressista di Abbondati e Rugghia? Possibile), proprio il Partito democratico cittadino appaia come l'anello debole della costituenda coalizione.
Un anello debole che in questi mesi ha perso pezzi e che, di fatto, è stato incapace di mostrare reale assunzione di colpa, ad ampio spettro, per quanto avvenuto nei primi mesi del 2018. Un Partito democratico, cosa ancora più grave, assolutamente incapace di rinnovarsi.