Marino, Colizza: "4 Novembre, viviamo pacificamente nel rispetto degli altri"

Pubblicato: Lunedì, 05 Novembre 2018 - redazione attualità

MARINO (attualità) - Celebrata la giornata delle forze armate

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Si è svolta sabato 4 novembre la Cerimonia di commemorazione per i Caduti della prima Guerra mondiale nel Centenario della ricorrenza.

A causa del maltempo incessante la cerimonia di Commemorazione si è svolta all’interno di palazzo Colonna, nella Sala Consiliare alla presenza del Sindaco, di Assessori e Consiglieri Comunali, del Presidente dell’A.N.P.P.I.A. Leopoldo Martini, di una delegazione dell’A.N.P.I., di una rappresentanza dell’Associazione Carabinieri in congedo, delle Guardie Zoofile, del Centro Anziani di Marino. Per le Forze dell’Ordine sono intervenuti rappresentanti del Commissariato della Polizia di Stato di Marino.

Il concerto Filarmonico E. Ugolini ha aperto la Cerimonia con la commovente esecuzione del Piave.

Al termine della cerimonia, chiusa sulle note dell’Inno di Mameli, il Sindaco Carlo Colizza e la delegazione comunale si sono recati presso il Monumento ai Caduti in piazzale degli Eroi dove è stata deposta una corona di alloro in memoria di tutti i Caduti.

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Il sindaco di Marino, Carlo Colizza, ha affermato: " Ricordiamo oggi quella che è nei fatti l’unica vittoria che ha ottenuto il nostro popolo, un momento particolare perché festeggiamo anche le Forze Armate che hanno accompagnato la vita democratica di questo Paese.  Il ricordo non può non andare ai 700.000 caduti che sacrificarono la loro vita per riconquistare quei pezzi di territorio che mancavano alla patria.  La Memoria è fondamentale, dimenticare è un modo ottimo per riscivolare negli stessi errori del passato. Diceva Vico che la storia è ciclica e i comportamenti dell’uomo anche. Oggi i 100 anni sembrano lontani, sono tantissimi, parliamo oramai di qualcosa che non ha più testimoni oculari, ma quelli erano momenti particolari, parliamo del ’18 e anche prima, momenti in cui quegli aneliti di libertà, di soccorso per i popoli e di identità del proprio territorio era il motivo per cui molti lasciarono queste terre e andarono a combattere in posti lontani".

"E oggi un ricordo va ai marinesi che uscirono da questo paese, presero una nave, scesero in Albania e andarono in Iugoslavia - ha aggiunto -  uno di questi era Cesare Colizza, gli altri tornarono feriti: uno era Olo Galbani. Il bello è che questi sono Eroi di guerra in Iugoslavia e spesso e volentieri ci scordiamo perche esistono i loro nomi sulle strade.  Pensiamo a questa partenza avvenuta all’inizio del Novecento: le difficoltà nei trasporti, i collegamenti non erano rapidi come oggi, per viaggiare occorreva tempo. La difesa dei comuni valori, al di là dei confini fisici degli stati, è uno dei sentimenti più nobili che raffiguriamo in tanti eroi combattenti fuori dal suolo patrio".

"Questo ci insegna una cosa - ha detto il sindaco - fuori delle divisioni geografiche degli stati, esistono i popoli ed il loro diritto alla libertà ed all’autodeterminazione, nel rispetto di tali valori ogni popolo dovrebbe essere il “dominus” di se stesso.  Tornando ai nostri combattenti, ai sacrifici del nostro popolo, la prima linea ha visto insieme persone di estrazione sociale diverse che hanno svolto il loro dovere, nonostante generali impreparati, folli e senza alcun rispetto per la vita delle proprie truppe, in una guerra di assalti frontali sotto il fuoco delle mitragliatrici.  Allora il ricordo va a loro perché hanno fatto sì che popolo e territorio coincidessero con la loro amata Italia, l’augurio per noi è di non dimenticare che i sacrifici altrui costituiscono la strada che calpestiamo, per i più giovani – i quali vedono queste cose ancora più lontane –  Impariamo dalla storia e rispettiamo i sacrifici di chi ci ha preceduto".

"Un popolo deve difendere il proprio Stato, deve difendere le proprie radici perché solo evolvendosi consapevolmente si è protagonisti e non oggetti della storia - ha concluso - Grazie a Loro e un Grazie anche a noi che li ricordiamo, nella Casa Comunale, con la speranza che il futuro non abbia altri momenti da ricordare, che non esistano più Piave, che non esista più nulla di ciò.  Guardiamo indietro e viviamo in maniera pacifica nel rispetto degli altri".