Migranti: il permesso di soggiorno non dà più diritto di residenza. Il decreto Sicurezza solleva i Comuni

Pubblicato: Lunedì, 22 Ottobre 2018 - redazione attualità

FRASCATI (attualità) - Dalla Prefettura la comunicazione a tutti i sindaci della Città metropolitana: una modifica sostanziale

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Con pec inviata lo scorso 18 ottobre a tutti i sidaci e commissari prefettizi dei 121 Comuni afferenti alla Città metropolitana di Roma Capitale, la vice prefetto Enza Caporale (già commissario prefettizio nel 2013 a Grottaferrata dopo la caduta di Gabriele Mori e nel 2015 a Marino dopo la caduta di Silvagni) ha notificato alle Amministrazioni locali quanto stabiltà dal decreto legge 113/2018 (il cosiddetto decreto Sicurezza), in vigore dallo scorso 5 ottobre relativamente allo statuts civile dei migranti.

Nel dettaglio, all'articolo 13 comma 1 è specificato che il permesso di soggiorno per richiesta di protezione internazionale non costituisce titolo per l'iscrizione anagrafica. Lo ha chiarito proprio il 18 ottobre scorso la Direzione centrale per i servizi demografici del Viminale, con la circolare n. 15/2018 che spiega le nuove norme introdotte dal decreto Sicurezza che, al richiamato articolo,  ha modificato il decreto legislativo 18 agosto 2015 n. 142 che come detto incide sull'iscrizione anagrafica dei richiedenti protezione internazionale.

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Se, dunque, il domicilio dei migranti può essere stabilito presso i Centri di accoglienza territoriali, lo status derivante dal permesso di soggiorno non dà più diritto alla residenza.

Vale a dire dunque che i migranti ai quali è concesso, a seguito di richiesta di protezione internazionale, il permesso non hanno più diritto a quei servizi che i Comuni devono garantire ai propri residenti.

Una modifica decisamente significativa.

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