La vittima si è rivolta alla Polizia di Stato che, partendo dall’esame delle immagini delle videocamere di sorveglianza presenti nella zona, ha avviato le indagini. Gli investigatori del commissariato Romanina, diretto da Laura Petroni, hanno esaminato anche una lunga serie di foto-segnaletiche di persone con un tatuaggio simile a quello descritto in denuncia e, tra queste hanno individuato il primo indagato e subito dopo è arrivata l’identificazione dell’altro complice che altri non era che il figlio.
Trasmesse le risultanze delle indagini in Procura, il P.M., collegando nello stesso procedimento un’altra truffa simile compiuta dal solo genitore, ha ottenuto dal Giudice per le Indagini Preliminari un’ordinanza di applicazione di misure cautelari; per il padre gli arresti domiciliari, mentre per il figlio è stato scelto l’obbligo di dimora con il divieto di allontanarsi dalla propria abitazione nelle ore notturne.