Ciampino, Mura dei francesi, Abbondati: "Ma il Parco archeologico non è tramontato"

Pubblicato: Sabato, 06 Ottobre 2018 - redazione politica

CIAMPINO (politica) - L'ex consigliere comunale fa il punto sulla situazione dopo la rinuncia della Regione Lazio di far valere il diritto di prelazione sulla parte dell'area ancora da battere all'asta

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Sulla vicenda del Parco Archeologico Tenuta Muro dei Francesi e sul mancato esercizio del diritto di prelazione su parte dei beni culturali presenti nell’area di via dei Laghi a Ciampino, si susseguono interventi e prese di posizioni da parte di comitati, associazioni, partiti ed esponenti politici. 

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Ad intervenire è anche l'ex consigliere comunale Guglielmo Abbondati, esponente del neo movimento politico Partecipazione Civica, una sua valutazione dei fatti.

La Regione ha rinunciato alla prelazione sui Casali della Marcandreola, acquisiti all’asta dai privati. Dobbiamo dire  addio al sogno del Parco Archeologico e alla tutela di quel patrimonio?

Niente affatto. La Tenuta Muro dei Francesi è stata oggetto di un decreto di vincolo da parte della Soprintendenza dal 2015, che ne ha stabilite misure di conservazione e tutela definitive, sottraendo l’intera area ad ogni previsione edificatoria. Circa 6 ettari sono già di proprietà del Comune di Ciampino, mentre il resto è in mano ai privati. I vincoli valgono indistintamente per tutti e quel patrimonio storico, archeologico, paesistico e culturale oggi è preservato.

Perché la Regione avrebbe dovuto esercitare la prelazione allora?

Una parte dei beni presenti, come i Casali della Marcandreola e il portale seicentesco del Rainaldi sono stati recentemente, attraverso un’asta giudiziaria, aggiudicati ad un privato. In questo caso il Ministero dei Beni Culturali, come disposto dalla legge, può esercitare il diritto di prelazione sul bene direttamente o tramite Enti territoriali che né manifestino la volontà. Il primo soggetto chiamato in causa è il Ministero avendo in capo la procedura ed essendo l’ente che ha disposto l’istituzione del vincolo di tutela. Poi la Città Metropolitana, la Regione ed il Comune, in questo caso Ciampino che come è noto è Commissariato. Nessuno di questi Enti ha valutato ne ricorressero i presupposti, che sono fondamentalmente due: la copertura finanziaria e l’esistenza di un progetto di valorizzazione del bene.

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Ma non è stato il Consiglio regionale del Lazio all’unanimità a dire di procedere in tal senso?

Il Consiglio regionale si è espresso all’unanimità su un atto d’indirizzo politico proposto dalla capogruppo della Lista Civica Zingaretti presidente, Marta Bonafoni, che impegnava la Giunta a promuovere la costituzione del Parco Archeologico e Culturale Tenuta Muro dei Francesi e a valutare l’opportunità di esercitare il diritto di prelazione. Un’opzione strategica per favorire e promuovere la piena fruibilità pubblica del ricco patrimonio storico, archeologico, culturale, paesaggistico ed ambientale presente, da porre in continuità con il vicino Parco regionale dell’Appia Antica, recentemente ampliato di altri 1200 ettari proprio dal Consiglio Regionale.

Qualcuno dice che quella mozione è totalmente inutile e priva di effetti.

Si, lo so. In parte sono gli stessi che nel 2014 dicevano lo stesso della Mozione approvata dal Consiglio Comunale di Ciampino, su mia proposta, per l’istituzione del Parco Archeologico e Culturale, alla vigilia della discussione al Tar del Lazio delle cooperative edilizie assegnatarie delle aree di 167. Poi sappiamo com’è andata. La Soprintendenza nel riproporre il vincolo secondo quanto intimato dal Tar, ne ampliò l’efficacia a l’intera area. Forse l’espressione di volontà del Consiglio Comunale in quell’occasione fece la differenza, chissà.

Dunque ha ancora senso parlare di Parco Archeologico e Culturale pubblico?

Penso di si. Una buona parte di quelle aree restano pubbliche e anche quelle private devono osservare precise misure di tutela e conservazione. E’ fondamentale avviare le procedure per l’istituzione del Parco Archeologico, riconoscendo la funzione pubblica e sociale di quel patrimonio, che va messo dentro una progettualità di valorizzazione con il sostegno e il coordinamento delle istituzioni. Il resto lo possono fare i cittadini, le associazioni, la comunità locale che da sempre si battono perché quel luogo sia posto al centro di un nuovo modello e di una nuova idea d’identità e di sviluppo del territorio.