Politica Grottaferrata, nota a ilmamilio.it di Bosso, Cocco e ...GROTTAFERRATA – Partiti e movimenti ormai assenti fuori e dentro il consiglio: la fine dell’impegno verso i cittadini

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Da sinistra a destra, passando per il centro e il civismo (o ciò che ne rimane): l’assenza di politica a Grottaferrata è ormai un fatto compiuto, definitivo. Già in crisi da diverso tempo, ogni realtà è letteralmente evaporata con la Giunta Andreotti, dove camaleonticamente gli ancoraggi a destra e manca ormai sono palesi fuori e dentro il consiglio comunale. I cittadini sono completamente abbandonati alle proprie iniziative, alle proprie lamentele o istanze, tant’è che capita di sovente alle testate locali come il mamilio.it assorbire le questioni tramite segnalazioni (come l’ultimo caso di Via della Pedica, ed esempio).

Il vuoto pneumatico ormai ha scaturito la bolla d’aria dentro la quale si sono assediati amministrazione e consiglieri comunali, i quali si palesano esclusivamente in assise (in dirette streaming viene ascoltate da meno di dieci persone in diretta). Un distaccamento dalla realtà preoccupante, mentre i problemi sono sempre gli stessi e non si risolvono: dalle discariche al controllo delle periferie, alla manutenzione delle strade e al loro abbandono, alla crisi dei parchi, ai luoghi dell’abbandono, all'espansione edilizia (l'annunciata pianificazione urbanistica è in grande ritardo sui tempi), fino alla crisi del commercio in una città che non ha mai compiuto il suo salto di qualità tra promesse mancate e politiche autoreferenziali. Il risultato? A Grottaferrata nessuno si accorge della presenza dei suoi rappresentanti. Una sorta di hobby, la politica, che qui si manifesta di tanto in tanto tra piccole scaramucce personali e silenzi incredibili sulle questioni che dovrebbero essere sempre all’ordine del giorno.

A Grottaferrata non succede nulla perché non deve succedere nulla. Questo si è capito. Poche le voci dissonanti in un contesto che trasversalmente vive d’inedia, e probabilmente perché a chi ha le chiavi delle organizzazioni politiche rimaste non conviene fare domande.

Prima o poi, però, questa storia finirà. Si tornerà al voto. E ricambierà tutto. Sia nel centrodestra e sia nel centrosinistra e persino in quello che fu il contenitore civico che sviluppò la candidatura dell’attuale sindaco, si stanno muovendo strategie diverse. Tant’è che iniziano persino a circolare le ipotesi di prossimi (ma non imminenti) commissariamenti di partito nei due schieramenti. Piccoli movimenti, in vista del 2022, anno delle consultazioni comunali.

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L’ultimo consiglio comunque una leggera chiarezza in più l’ha fatta (per quello che importa): Italia Viva sembra essersi decisa a stare in minoranza, così come il PD. Il Movimento 5 Stelle idem, senza troppo apparire. Città al Governo ha dato un segnale di critica, dopo un lungo periodo di collaborazione attiva con il sindaco Andreotti dopo che ci sono stati segnali di 'distensione' provenienti da una parte del centrodestra locale (o quel che ne rimane) nei confronti dell’attuale amministrazione, mentre Veronica Pavani è entrata in pianta stabile all’opposizione e Garavini prosegue nel suo percorso di bastian contrario. Nulla di clamoroso. Frivolezze che in città non attraggono alcun interesse visto che in pochi, tra i residenti, una volta usciti da Corso del Popolo, conoscono i nomi degli assessori o dei consiglieri. Basti pensare che nelle scorse amministrative il consigliere più votato, in una città di oltre 20mila residenti, ha preso trecento voti. Ciò indica un distanziamento, parola oggi tanto di moda, che va avanti da tempo e che ora sembra essersi persino aggravato.

La politica locale cammina sottotraccia e non ci si accorge di lei. A qualcuno questo fa gioco, ovviamente. Si lavora meglio senza la pressione di una opinione civile o della collettività, che comunque, almeno sui social, si fa sentire con le sue segnalazioni su ciò che non va. 

I temi sono tutti ancora lì e pesano sopra le spalle dei cittadini. Solo di loro. Tutti quanti.

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