GROTTAFERRATA (politica) - L'ex assessore ripercorre le tappe che portarono alla realizzazione dell'opera, oggi in condizioni vergognose

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Dall'ex assessore Mauro Tomboletti riceviamo e pubblichiamo.

"Egr. direttore,

sto seguendo con molto interesse la sua video rubrica, sui luoghi dell’abbandono a Grottaferrata. Le debbo confessare che fa decisamente male vedere il paese definito la perla dei Castelli Romani, ridotto nello stato di abbandono che non ha eguali nella sua storia.

Tra tutti i siti da lei visitati e documentati, c’è ne uno in particolare che fa parte del mio vissuto, politico e amministrativo, è quello dell’ex biblioteca, adiacente all’Abbazia. Un luogo ameno di una bellezza straordinaria, da quel piazzale antistante il monumento dedicato a San Nilo, lo sguardo si perde nello stupore e nella meraviglia del paesaggio sottostante del Vallone e di Valle marciana.

Era l’ottobre del 1989, quando ebbi l’onore e il piacere di partecipare ad una Amministrazione guidata dal Sindaco Dott. Claudio Mucciaccio. Venni nominato assessore alla cultura, da sempre ritenuto un assessorato minore e di poco interesse, rivendicavo con determinazione questa delega, con l’ aggiunta di quella alle politiche giovanili. Avevo la consapevolezza e una maturata convinzione che la cultura e i giovani, fossero per la mia estrazione culturale, ambiti verso i quali poter concentrare il mio impegno politico e ritenevo che fossero più importanti di qualsiasi altra delega.

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Il perché di quella scelta, era dettata dalla necessità di provare a fermare un processo di declino verso l’oblio della cultura e delle tradizioni popolari di Grottaferrata. Tutto ciò si è venuto a determinare per scelte Politiche di carattere urbanistico, che agli inizi degli anni settanta, avevano avviato una trasformazione e la conseguente sostituzione dei ceti sociali e popolari, con una borghesia medio alta, andando a modificare il tessuto sociale e culturale di Grottaferrata. Era indispensabile guardare a ciò che il paese stava diventando, ma tenere ben salde le radici nella nostra storia e nella nostra cultura, perché un popolo senza radici non ha identità, e non avrà futuro. Già in quel periodo si stava smarrendo il senso di comunità, che riuscimmo a ricreare con iniziative importanti vedi “La rievocazione storica della fiera” che fortunatamente nonostante le intemperie resiste.

Ma purtroppo ormai, il declino è ricominciato e questa volta sarà difficile fermarlo.veleno frascati banner ilmamilio

Una delle prime telefonate, graditissima, che ricevetti per complimentarsi, fu quella di Bruno Martellotta, non è necessario che mi soffermi a spiegare l’importanza culturale che ha avuto per la storia del nostro paese, e quale ruolo abbia svolto per la tutela, la difesa e la valorizzazione del patrimonio storico, archeologico e ambientale di Grottaferrata. Una cosa mi disse, con il suo modo affabile: “Sono felice di questo incarico, perché so che questa è la volta buona, ti chiedo solo un cosa, ti devi impegnare a trovare una soluzione per la nuova Biblioteca Comunale”.

Bruno Martellotta, tra le tante cose era stato il fondatore del circolo studentesco, che gestiva una piccola biblioteca in un locale su Corso del Popolo. I giovani negli anni 60 e 70 avevano animato la cultura nel nostro paese e i giovani degli anni novanta, dovevano essere i protagonisti della rinascita. Attraverso un processo di vera partecipazione e coinvolgimento, iniziò una stagione straordinaria di attivismo giovanile. Individuammo quello che era il vecchio mattatoio del paese, ormai da molti anni in abbandono. Il sostegno che ebbi dal Sindaco e da tutta la giunta fu importante, per mettere in azione un movimento di giovani, che insieme all’amministrazione, riuscì a realizzare il sogno di Bruno, la nuova biblioteca Comunale.

Occorreva dare un senso a quello spazio in abbandono, si costituì così un’associazione giovanile (GROG) l’acronimo di Grottaferrata Giovani. L’impegno che dimostrarono decine di ragazzi e ragazze, verso il recupero di questo spazio fu straordinario. Occorreva dare un segnale di forte impatto a quel luogo, che doveva tornare ad essere vissuto con una nuova progettualità. Un finanziamento della Provincia di Roma, finalizzato al Mattatoio, fu immediatamente impegnato e utilizzato dall’Ass.re Sergio Conti, per opere di manutenzione. Fummo baciati dalla fortuna, era il 1990 l’anno dei Mondiali di calcio in Italia. Un rito che andava vissuto collettivamente, non c’era momento migliore per la comunità dei giovani, di tutte le estrazioni politiche e non, di potersi ritrovare a vivere insieme le notti magiche del Mondiale. “Non Solo Calcio”, era la manifestazione che i ragazzi avevano organizzato nel piazzale del Mattatoio, oltre alle partite di pallone, il tutto veniva condito da iniziative culturali, musicali e teatrali, legate alle culture dei paesi partecipanti alla sfida. La forza di quell’ niziativa, nata con un gruppo di ragazzi di Grottaferrata, riuscì a trascinare con forza, impegnando l’amministrazione in un progetto, finanziato totalmente dalla Regione Lazio, trasformando il sogno di Bruno Martellotta in una fantastica realtà".

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