squalo bianco ilmamilioFRASCATI (attualità) - L'esperto di squali racconta cosa è successo a Little Bay. "Attacco tipico di quello ai danni di foche e leoni marini"

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È successo il 17 febbraio nelle acque di fronte alla spiaggia di Little Bay, a sud est di Sydney. Un esperto sub di 35 anni, Simon Nellist, è stato trascinato sott'acqua e ucciso da un enorme squalo bianco. Dopo il bruttissimo avvenimento il consiglio comunale della località balneare australiana ha deciso di chiudere molte spiagge adiacenti, per individuare lo squalo ed eventualmente catturarlo e liberarlo più a largo della costa.

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Su questo argomento raccogliamo le dichiarazioni di Remo Sabatini, cittadino dei Castelli Romani e studioso del mondo marino (in particolare degli squali) che ha alle spalle oltre 20 spedizioni dedicate al grande squalo bianco.

Divulgatore giornalista, ha tenuto conferenze dedicate allo squalo bianco al Museo Civico di Zoologia di Roma e nelle scuole di ogni ordine e grado. Esperto di squali di AICS (Associazione Italiana Cultura e Sport) per il settore ambiente, è protagonista con Andrea Nesi, del progetto "Mangiatori di Squali" dedicato alla salvaguardia di questi grandi predatori, indispensabili per la vita stessa di mari e oceani.

"Attacchi di questo tipo sono degli eventi rarissimi. Si pensi che nelle acque di Sydney (da sempre brulicanti di squali) questo è il primo attacco mortale dal 1963. La paura verso gli squali, inevitabilmente, fa molta presa nella psiche umana. Il timore di essere trascinati sott'acqua, un contesto nel quale l'uomo non si trova a proprio agio, il non riuscire a percepire o a vedere chiaramente il proprio aggressore ed essere divorati, sono tutti concetti che amplificano a livelli estremi il terrore nei confronti di questi grandi predatori".

Ma perché quello squalo ha attaccato e ucciso il giovane subacqueo ? "Questo drammatico caso che ha sconvolto una intera comunità, è singolare. Lo squalo bianco, infatti, predilige prede "naturali" quali grossi pesci, tonni, piccoli squali, e mammiferi acquatici come leoni marini".

E allora, questo attacco come si spiega? "Innanzitutto bisogna considerare le condizioni generali che hanno scatenato la furia del predatore. Le acque oceaniche di Little Bay erano agitate, quindi sinonimo di scarsa visibilità. Inoltre sulle alture della costa vi erano molti pescatori con annessi ami armati, esche e lenze che potrebbero aver attratto potenziali prede nell'acqua circostante".

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"Infine - prosegue Sabatini - il fatto che la vittima si sia avventurata al largo da sola, ha rappresentato una pericolosa fonte di curiosità per lo squalo, che ha deciso di aggredire il sub. L'attacco è avvenuto nella medesima modalità con la quale gli squali bianchi predano le otarie (o anche leoni marini). Un primo e potentissimo morso atto a ferire gravemente la preda per poi, dopo qualche minuto, tornare in tutta sicurezza per terminare il pasto. La drammatica particolarità di questo episodio è proprio questa", dice l'esperto.

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Nell'eventualità che uno squalo si dovesse ritrovare a ferire una preda che non costituisce un suo usuale "pasto" solitamente termina l'attacco per poi sparire. In questo caso, invece, lo squalo è tornato per infierire ancora. Fortunatamente, nonostante l'accaduto, l'uomo continua ad essere fuori dal "menù" dei grandi squali bianchi". Nei giorni seguenti la morte del giovane sub, Simon Nellist, la famiglia si è più volte espressa in merito ad un'eventuale caccia allo squalo, condannandola categoricamente: "Simon non sarebbe d'accordo, era consapevole dei rischi che correva nuotando in quelle acque e ne amava ogni sfaccettatura".

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