Don Franco Monterubbianesi: "Premio Nazionale Don Peppe Diana: in questo riconoscimento ci ho visto un segno profondo e provvidenziale"

Pubblicato: Mercoledì, 31 Marzo 2021 - redazione attualità

GROTTAFERRATA (attualità) - Il sacerdote scrive ai lettori de ilmamilio.it

ilmamilio.it

"Ai lettori del Mamilio

Cari amici,

sono Don Franco di Capodarco.

Avete letto il 23 Marzo su Il Mamilio che il 4 luglio 2021 mi verrà conferito il Premio Nazionale Don Peppe Diana -per amore del mio popolo-.  In questo riconoscimento ci ho visto un segno profondo e provvidenziale che deriva dall'Alto e che ripaga, in parte, la fatica che sto sostenendo. Grottaferrata va difesa! Questo è necessario per rilanciare il lavoro ideale che portiamo avanti da anni, messo in pericolo dal fallimento economico della comunità di Roma, al quartiere Statuario. La comunità ha avuto in donazione il terreno dove noi lavoriamo qui a Grottaferrata e dovrebbe essere venduto per risarcire il debito. Questa cosa ci pare assurda perché noi, che da 40 anni lavoriamo qui ai Castelli, dove dovremmo andare?

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Io, come fondatore della Comunità di Capodarco venni qui a vivere proprio nel 2006, quando si inaugurava il ristorante  per sviluppare l'attività della Cooperativa Agricoltura Capodarco. Una cooperativa che io apprezzavo moltissimo. Venni qui, dicevo, proprio per sviluppare ai castelli quella progettualità che comincia sul DOPO DI NOI e che riguarda le famiglie dei disabili. Una battaglia che avevo iniziato a Roma nel 2002, grazie all'esempio dei protagonisti, mai dimenticati, Milly e Memmo che dal 1978 avevano sviluppato con grande sacrificio il valore della donazione fatta a noi dalle suore missionarie. Con l'aiuto delle famiglie dei disabili proprio qui nel 2010 facemmo nascere la prima casa famiglia per il DOPO DI NOI. Nel 2016, grazie al nostro protagon= ismo nazionale, fummo fautori della legge 112 sul DOPO DI NOI mentre già nel 2015, basandoci sulla forza del nostro modello, avevamo fatto nascere la legge 141 sull'agricoltura sociale che andammo a presentare all'expo di Milano. Come ben sapete il DOPO DI NOI si può realizzare nell'accoglienza dei problemi dei disabili per garantire loro futuro dopo la scomparsa dei genitori.

Nel frattempo è precipitata la situazione della comunità di Roma e le tre realtà che portano avanti a Grottaferrata la positività del loro lavoro (La Cooperativa, La Formazione e La Casa Famiglia) hanno fatto nascere la Fondazione Marisa Galli, donna protagonista e artista della ceramica che vive a Roma e che accoglie da 40 anni una ragazza schizofrenica. Marisa, giovane 90enne, è l'esempio per le famiglie e per realizzare la difesa del nostro ideale a cominciare dai Castelli. Salvatore Stingo, presidente della Cooperativa e della neo-nata Fondazione ha chiesto aiuto al Comune per essere supportati e guidati in questa impresa, perché noi, figli della comunità, non possiamo riacquistare ciò che ci è stato donato. Come figli possiamo aiutare a saldare il debito. Intanto, in questi miei anni di resistenza, anche come proseguo della mia idealità, pensando al mio futuro, al DOPO DI ME, ho ritenuto che anche la FONDAZIONE DON FRANCO E I GIOVANI sarà necessaria proprio per difendere il nostro operato ma anche per realizzarlo da Grottaferrata a Roma e ovunque ce ne sarà bisogno. La mia progettualità di resistenza e di promozi= one ci ha visti molto operativi anche a Roma in un territorio dove la Cooperativa Capodarco ha 30 ettari di terra, alla Mistica (tra la Prenestina e Centocelle) dove si può e si deve affrontare il problema del DOPO DI NOI. IL FORUM NAZIONALE DELL'AGRICOLTURA SOCIALE che abbiamo fatto sviluppare e crescere in Italia e in rappor'accordo raggiunto con la Chiesa Italiana nel 2019 con il cardinale Bassetti, presidente della CEI, ci ha riempiti di gioia perché nelle 3 regioni centrali d'Italia, Umbria, Marche e Lazio si può affrontare con Capodarco il problema del dopo di Noi. Questo riconoscimento è esemplificato nell'esortazione Amoris Laetitia in cui viene esaltato il valore grande che hanno le famiglie dei disabili nei riguardi dei propri figli per l'apporto educativo che esse possono dare alla società. Ora qui a Grottaferrata su altre ispirazioni che derivano da esperienze forti che si sono avute a Roma con un grande protagonista dell'Agricoltura Sociale, sta nascendo un concorso di 6 comuni (Tuscolani con Grottaferrata capofila) per avviare una formazione di giovani per far condividere loro in professionalità nuove i valori dell'accoglienza, aiutando le famiglie. Bisogna trasformare il valore dei Castelli in una realtà di valori umani che possano essere una cura ed un'apertura atti ad uscire da quei limiti puramente consumistici. Questo rappresenta anche il nostro valore di resistenza.

Il premio che mi sarà assegnato il 4 luglio ha ridato anche alla mia idea della FONDAZIONE DON FRANCO E I GIOVANI un ulteriore slancio su cui il nostro rapporto LAZIO-CAMPANIA potrebbe avere un valore emblematico e politico importantissimo perché l'Italia deve affrontare il problema del Mezzogiorno sino in fondo come è stato RISOLTO in Germania tra l'Ovest e l' Est.

Io ho già lavorato con Don Peppe Diana nel mio passato e l'esperienza di Antonio e Fortuna a Trentola Ducenta (vi allego l'articolo che parla di loro) che accolgono nella loro casa i bambini nati con grande difficoltà in quel territorio inquinato, è una splendida realtà che Mi appartiene come appartiene a Capodarco.

 Nella lettera che ho scritto in relazione al premio, vi devo anche comunicare la bella notizia che nella festa della Domenica delle Palme, nella riflessione-preghiera fatta alla presenza di 12 persone del gruppo che si è costituito per la DIFESA della nostra realtà di Grottaferrata, abbiamo deciso di voler creare un cenacolo chiamato CENACOLO DI QUELLI DELLA DOMENICA DELLE PALME.

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-del tempo di Gesù e di quelli di oggi-  che prendano forza dall'avvenimento significativo di quella giornata in cui l'Emmanuele ha organizzato il suo ingresso con più di 1000 discepoli (da testi certi ma da noi trascurati, sappiamo che più di 500 partirono da Gerico) e non solo con i bambini come erroneamente ci viene tramandato. I bambini cantavano esprimen= do la loro gioia ma c'erano gli adulti che affermavano, come diceva Gesù ai su= oi avversari, che anche le pietre avrebbero potuto RACCONTARE di come lui port= ava la forza del cambiamento di giustizia e di pace agli uomini.

Quella giornata fu per me la promessa di come sulla Terra si realizzerà il regno di Dio di cui tutti abbiamo bisogno. Bisogna assolutamente manifestare questa fede per nutrire la speranza dei poveri e dare ai giovani la sicurezza con cui, nella loro speranza mostrano rabbia di volersi ribellare alle cose ma anche, come dice Sant'Agostino, devono avere il coraggio per cambiarle. Noi di Capodarco, chiamati anche CENTRO COMUNITARIO GESù RISORTO, abbiamo la certezza che nella lotta umana dei poveri e dei giovani uniti a loro, Dio ci aiuterà a portare avanti il vero slancio che non è soltanto ribellione ma cambiamento. Vera speranza di cambiamento, anche per me è l'anelito che mi muove a 90 anni in una lotta titanica per salvare Roma nutrendo la speranza in quei giovani toccati e illuminati dalla Fede per amore di Carità e di Futuro. Il progetto del Comune di Grottaferrata e dei comuni uniti per questo ruolo educativo dei giovani in questo cenacolo che sta nascendo, è il senso con cui vi do questa notizia della nostra idealità che vi può coinvolgere tutti. Io chiedo a voi, cittadini dei Castelli, un coinvolgimento di FEDE oltre che di AZIONE.

IL CENACOLO che vi vuole protagonisti avrà tre espressioni:

RELIGIOSA

SOCIALE

POLITICA

Una visione su cui il mio operato di resistenza sarà messo a frutto pronto a maturare solo se saremo uniti. Sarà nella concretezza delle cose che accadranno, fedeli alla nostra missione, in cui dobbiamo essere certi che il Signore ci protegge e ci aiuta ad anticipare il REGNO DI DIO. Nel documento che controfirmai con Don Peppe Diana perché lo facesse suo sino a donarci la vita, Io dissi: Ben venga la denuncia ma anche l'annuncio di terre nuove, cieli nuovi che il regno di Dio sulla terra dovrà anticipare per nutrire la nostra fede di certezze ma dare ai giovani la forza de loro protagonismo Noi adulti sognatori dobbiamo raccontare e donare la nostra esperienza ai veri salvatori del Tempo Nuovo che, come dice il profeta Gioele al Capitolo III,  sono i Giovani del tempo di oggi.

LINK DI ANTONIO E FORTUNA

https://www.avvenire.it/attualita/pagine/terra-dei-fuochi-negazionisti-chiedano-scusa

Don Franco Monterubbianesi"