Marino, Calcio: Ceccarelli (DF Academy): “Oltre al pallone c’è di più, l’importanza degli schemi motori”

Pubblicato: Martedì, 20 Ottobre 2020 - Redazione sport

MARINO (calcio) - Jacopo Ceccarelli è preparatore coordinativo delle categorie Primi Calci (2012 – 2013)

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DF Academy mette al centro del proprio progetto sportivo il lavoro motorio. Una particolare attenzione declinata sui campi dai professionisti che compongono lo staff tecnico marinese come nel caso di Jacopo Ceccarelli, preparatore coordinativo delle categorie Primi Calci (20122013).

Ceccarelli ha le idee ben chiare: “Lo ripeto a tutti. Il movimento è il principio primo della nostra sopravvivenza. Mi appassiona molto dire che il lavoro che facciamo è un dialogo, tramite il quale i bambini mi dicono con il corpo quello che a parole a volte nemmeno si riesce a dire.

Non si tratta solo di sviluppare le capacità coordinative e cognitive in funzione di qualcosa, ma di scoprire e capire sé stessi: paura, vergogna, temperanza, curiosità, sono solo alcune delle infinite emozioni che, per tentare di superare un ostacolo o imparare a colpire di testa, si possono innestare, così come su un campo di calcio che in una piscina – sottolinea il preparatore - E non sono le emozioni che ci fanno scegliere chi frequentare, se e cosa studiare, insomma, cosa vogliamo fare della nostra vita? Il mio obiettivo è che la loro mente codifichi in principi quanto la loro personalità possa e abbia il bisogno di farlo, affinché grazie a tanti altri insegnamenti, che gli auguro ricevano dalla vita, possano avere sogni, ed essere felici non perché sono calciatori o di successo, ma perché prima sono sé stessi e sono felici di esserlo”.

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Il calcio non è solo “pallone” c’è anche molto altro, ad esempio gli schemi motori.

“La chiave di tutto è sempre il gioco – spiega Jacopo Ceccarelli - Io stesso quando sono in campo starei tutto il tempo a palleggiare e fare partite di ore e ore, perciò bisogna ingegnarsi molto su come modificare il desiderio del pallone con le regole dell'esercizio. I bambini sono in un'età esplorativa, alcuni di loro potrebbero tra qualche anno anche odiare questo gioco, e in più sono appunto dei bambini. Combinando questi aspetti ne deriva che ciò che amano sicuramente più del pallone è la competizione. Succede anche negli adulti. La complessità sta quindi nello strutturare un esercizio che già così com'è pensato li stimoli a impegnarsi, il che poi è fondamentale per far sì che il gesto motorio sia eseguito ad intensità elevata e favorirne così l'apprendimento”.

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