STORIE & METALLO - Giulio II, “Il terribile” che fortificò Grottaferrata. Da mite francescano a pontefice sanguinario

Pubblicato: Martedì, 31 Marzo 2020 - Giulia Bertotto

giulioII medaglia ilmamilioGROTTAFERRATA (storie) - Storia di un Papa dall'indole controversa che ha però lasciato un profondo segno nel nostro territorio

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Papa Giulio II, nato nel savonese con il nome di Giuliano della Rovere e appellato dei contemporanei come “Il terribile” fu un pontefice influente nelle mosse politiche della sua epoca, che non risparmiò l'uso della violenza e della frode per raggiungere i suoi scopi. A lui il merito storico di aver fortificato lo splendido monumento spirituale bizantino che è l’Abbazia di Santa Maria di Grottaferrata. Rendendolo quello che, da secoli, è anche conosciuto come il "Castello roveriano".

L'Abbazia, un gioiello nel cuore dei Castelli Romani, è attualmente l'ultimo dei monasteri bizantini che erano diffusi in Italia nel periodo medievale. Una testimonianza di bellezza e di fede, ma anche ultimo presidio del rito bizantino nel nostro paese. Inoltre la sua vera unicità sta nel suo statuto, in comune con il vescovo di Roma, seppur osservando il rito greco-bizantino.

Giulio della Rovere nacque nel 1443 da una famiglia di umili origini ed entrò nell’ordine francescano, il quale nella sua vocazione di ordine mendicante, ha alla base dei suoi valori la povertà e la castità. Giuliano, scalando la gerarchia dei ruoli ecclesiastici e familirizzando con il potere, diventò al contrario un tenace militare e uomo intimamente legato al potere.

Fu eletto al soglio pontificio nel 1503 con l’inganno: infatti promise a Cesare Borgia, figlio di Papa Alessandro VI (Rodrigo Borgia) e importante esponente della famiglia nobile avversaria, che l’avrebbe nominato capitano generale della Chiesa confermandogli i possedimenti in Romagna, ma una volta eletto gli dichiarò guerra sottraendogli le sue conquiste in quella regione. Giulio II fu un Papa scaltro e provocatore e l’impiego delle indulgenze (pratica cattolica del perdono dei peccati attraverso il pentimento e la confessione) per finanziare la basilica di San Pietro sua situazione proteste da parte di Erasmo da Rotterdam e Martin Lutero.

Reduce dal durissimo scontro con Papa Borgia, Giuliano Della Rovere anche da Papa non tradì la sua natura.

Nel 1509 condannò quattro domenicani al rogo perché si erano opposti alla teoria francescana dell’Immacolata concezione di Maria, divenuta dogma solo nel più recente 1854.

Parallelamente al suo temperamento sanguinario, era animato dalla passione per l'arte, dal fiuto per il talento e per le opere prestigiose, di alto valore architettonico e pittorico.  

A lui viene attribuita la fondazione dei Musei Vaticani e sempre a Roma commissionò opere di grandi artisti artisti come Bramante, Michelangelo, Raffaello.

Il Della Rovere con la sua indole belligerante e la sua inclinazione per la bellezza artistica, nel 1482 da Abate Commendatario rese l’Abbazia di Grottaferrata un castello fortificato, caratterizzando l’edificio di culto come un avamposto simbolico del suo potere.

La sua fortezza, realizzata per scampare l'Abbazia ai numerosi saccheggi ed attacchi, resiste ancora oggi.

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Lo stemma di Papa Giulio II, Giuliano Della Rovere, su un "Giulio" del 1503-1513

Foto di Mauro Tomboletti

Foto da collezioni private