Albano, il PC di Albano, Cecchina e Pavona: "Perchè qui le famiglie pagano la Tari più cara dei Castelli Romani?"

Pubblicato: Mercoledì, 30 Ottobre 2019 - redazione attualità

Risultato immagini per tari cara"ALBANO LAZIALE (politica) - La nota dei comunisti sulla tassa in città

ilmamilio.it - nota stampa

Riceviamo e pubblichiamo:

Le famiglie di Albano entro il 30 novembre devono pagare la terza rata della TARI, la tassa sui rifiuti più cara dei Castelli Romani

Come si calcola l’importo della TARI? 

E’ molto semplice. La TARI si compone di una quota fissa e di una quota variabile.  La quota fissa della TARI è calcolata moltiplicando la superficie dell’alloggio e delle relative pertinenze per una tariffa unitaria, differenziata rispetto al numero degli occupanti. La quota variabile della TARI è rapportata al numero degli occupanti.

Ad Albano la TARI comprende anche una parte puntuale, legata al numero dei conferimenti dell’indifferenziato nell’anno.

Prendiamo come esempio una “famiglia tipo” di 4 componenti che vive in un appartamento di 70 metri quadri.

Questa “famiglia tipo” nel 2019 pagherà di TARI:

  • 380 euro ad Albano;

  • 350 euro a Velletri;

  • 331 euro a Ciampino;

  • 321 euro a Marino;

  • 286 euro a Lanuvio;

  • 207 euro a Pomezia.

Perché ad Albano, nonostante livelli altissimi di raccolta differenziata, le famiglie pagano nel 2019 la TARI più cara dei Castelli Romani, quasi il doppio rispetto al Comune di Pomezia?

La risposta si trova sui bilanci della società partecipata “Volsca Ambiente e Servizi SPA”, che ha chiuso il bilancio in utile sia nel 2017 per 1.408.559 euro, sia nel 2018 per 745.298 euro. L’8 marzo 2010 la sezione fallimentare del Tribunale di Velletri ha dichiarato aperta la procedura di concordato preventivo per la vecchia società partecipata “Volsca Ambiente SPA”. Nell’atto del Tribunale di Velletri è sottolineato che “…la costituenda società conceda ipoteca ipotecaria a favore della massa di creditori”.

In sintesi, la sezione fallimentare del Tribunale di Velletri ha accettato l’ipotesi di concordato preventivo per la vecchia società partecipata “Volsca Ambiente SPA” vincolandolo però la nuova società partecipata “Volsca Ambiente e Servizi SPA” all’ipoteca del pagamento dei debiti della old-company. Quindi, tutti i debiti insoluti della old-company “Volsca Ambiente SPA” dovranno essere onorati dalla new-company “Volsca Ambiente e Servizi SPA”, di cui sono proprietari i Comuni di Albano Laziale (46,969%), Velletri (46,973%) e Lariano (6, 058%).

Nell’ultimo bilancio depositato relativo al 2011 i debiti della vecchia società “Volsca Ambiente SPA” ammontavano a 25.194.487 euro, a fronte di crediti e liquidità per 15.080.095 euro. Al netto dei crediti, la situazione debitoria ammontava a circa 10 milioni di euro.

A far scoppiare lo scandalo è stata nel 2016 la Banca Popolare del Lazio, che è in attesa dal 2009 di riavere il 65% del prestito concesso alla “Volsca Ambiente SPA” pari a 1.036.966,18 euro. La Banca Popolare del Lazio ha chiesto al Tribunale di Velletri il fallimento della “Volsca Ambiente SPA” e la rivalsa nei confronti della new-company, la “Volsca Ambiente e Servizi SPA”, come specificamente previsto dall’atto sul concordato preventivo emesso dal Tribunale di Velletri. Il 15 giugno 2017 il Tribunale di Velletri ha dichiarato il fallimento della vecchia Volsca e sta procedendo con le udienze di verifica delle richieste dei creditori e dello stato patrimoniale della società. Inoltre, ci risulta che la Banca Popolare del Lazio abbia fatto una causa alla nuova Volsca Ambiente e Servizi Spa alla quale chiede il pagamento del proprio credito maturato con la vecchia Volsca.

Per tali motivi, la società partecipata “Volsca Ambiente e Servizi SPA” ha messo in bilancio un “Fondo rischi contenzioso con la Banca Popolare del Lazio” di 396.517 euro e ha accantonato utili per oltre 2 milioni di euro negli ultimi due anni.

In sintesi, il guadagno dell’incremento della raccolta differenziata non è stato restituito alle famiglie di Albano, ma è diventato il “tesoretto” della società partecipata “Volsca Ambiente e Servizi SPA” per sanare i vecchi debiti della fallimentare “Volsca Ambiente SPA”.

Ad Albano la TARI è la più cara dei Castelli Romani anche perché è altissima l’evasione della tassa sui rifiuti.

Ad Albano 22.809 soggetti (17.109 famiglie residenti, 2.200 seconde case e 3.500 attività economiche) dovrebbero pagare la TARI.

Purtroppo, a pagare la tassa sui rifiuti sono solo 18.700 utenze.

Complessivamente circa 4.100 soggetti non hanno attivato l’utenza della TARI e, di conseguenza, non pagano la tassa sui rifiuti nel Comune di Albano".

 

Il flop del Comune di Albano nella lotta all’evasione dei tributi comunali è certificato dall’Organo di revisione che attesta che “non si possono ritenere conseguiti i risultati attesi”. In generale il riscosso sull’accertato è pari solo all’8,95%, mentre con riferimento alla TARI il riscosso sull’accertato è pari alla 0,95% (6.878 euro riscossi rispetto ai 727.451 euro accertati).

 

Oltre al danno della TARI più cara dei Castelli Romani, i cittadini di Albano subiscono anche la beffa della tariffa puntuale limitata ad un misero 8% della TARI complessiva.

 

Anche questa è un’occasione mancata.

 

Come dimostrato in uno studio della Banca d’Italia, la TARI è di fatto assimilabile a un’imposta patrimoniale. Infatti, la TARI non discrimina adeguatamente le famiglie in base alla produzione di rifiuti e presenta effetti redistributivi a sfavore dei nuclei con redditi più bassi. Una riconfigurazione del prelievo in chiave tariffaria porterebbe benefici non solo in termini di efficienza – per gli incentivi ad un utilizzo più responsabile delle risorse pubbliche e di quelle ambientali – ma anche in termini di equità, poiché rimuoverebbe i profili di regressività dell’attuale TARI.

 

Il Partito Comunista di Albano, Cecchina e Pavona esige l’immediato dimezzamento della TARI per il 2020, in quanto il guadagno del lavoro encomiabile svolto dai cittadini nel portare Albano ai massimi livelli di raccolta differenziata non può essere utilizzato per ripianare i debiti faraonici delle fallimentari gestioni delle società partecipate del Comune di Albano operate nell’ultimo ventennio dal centrodestra e dal centrosinistra.

 

Bruno Valentini, candidato a Sindaco di Albano per il Partito Comunista, ha dichiarato: “Per uscire da questo disastroso ventennio: ad Albano non basta un cambio, serve una rivoluzione”.