STORIE & METALLO - Gregorio XIII, Villa Mondragone, il calendario, il cardinale Altemps e i 10 giorni mai esistiti

Pubblicato: Sabato, 16 Marzo 2024 - di Marco Caroni

mondragone medaglia gregorioXIII ilmamilioMONTE PORZIO CATONE (storie & metallo) - Il 24 febbraio 1582 Papa Boncompagni firma la bolla della riforma: scompaiono i giorni dal 5 al 14 ottobre dello stesso anno. Il pontefice era ospite del collega cardinale nella nuova sontuosa dimora ai piedi del Tuscolo che lui stesso gli aveva consigliato di costruire

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Erano amici. Erano grandi amici, compagni nel Sacro Collegio. Così amici che, legati da passioni ed interessi comuni, quando il cardinal Ugo Boncompagni aveva proposto al collega Marco Sittico Altemps (traslitterazione dal tedesco Mark Sittich von Hohenems) di realizzare una nuova sontuosa dimora ai piedi del Tuscolo, il cardinale germanico non ci aveva pensato due volte.

In quell'occasione il Boncompagni era ospite dell'amico in quella che proprio l'Altemps, dopo averla acquistata pochi anni prima, aveva ribattezzato "Villa Tuscolana" (poi Villa Vecchia): una residenza quella acquistata dagli eredi del cardinale Ranuccio Farnese, che già di per sé non era una stamberga. Tutt'altro.

Nel 1573 Altemps, che era nipote di Papa Pio IV e cugino di Carlo Borromeo e che nel frattempo l'anno precedente aveva contribuito a far scedere lo Spirito Santo sull'elezione a pontefice dell'amico Boncompagni, aveva iniziato la costruzione della nuova villa. Boncompagni aveva assunto il nome di Gregorio XIII e l'Altemps aveva probabilmente già deciso di dedicare la nuova dimora all'amico, riempiendone i locali del "dragone" presente nello stemma papale. Stava nascendo Villa Mondragone, una delle più sontuose ville rinascimentali tuscolane.

Passeggiando per le stanze della villa e sorvegliando Roma dalla posizione privilegiata dal piccolo giardino "segreto" che l'amico aveva voluto costruirgli, pur preso da non poche altre questioni, l'ormai anziano Papa si era accorto che, semplicemente i conti non tornavano.

villaMondragone3 monteporzio ilmamilio

L'equinozio di primavera solare non coincideva più con quello civile, segno che il vecchio calendario giuliano (che prevedeva un giorno aggiuntivo ogni 3 anni), era stato mal impostato. Mal calcolato. Insomma, era sostanzialmente da rivedere.

Dopo anni di studio e di consulenze ricevute dalla commissione tecnica appositamente costituita, il 24 febbraio 1582 Papa Gregorio XIII firma nella sala degli Svizzeri in villa Mondragone (ancora oggi la maggiore delle sale della dimora, seppur spoglia di tutti gli affreschi che probabilmente la ornavano a causa della castità imposta secoli dopo dai padri Gesuiti) la bolla "Inter gravissimas", documento che sancisce la nascita del nuovo calendario gregoriano, con un giorno aggiuntivo ogni 4 anni.

inter gravissimas ilmamilio

Così scriveva Gregorio: "[...] Abbiamo considerato che, per l'esatta celebrazione della festa pasquale secondo le regole stabilite dai santi padri e dagli antichi papi, in particolare Pio I e Vittore I, e dal grande concilio ecumenico di Nicea (325, ndr), occorre congiungere e stabilire tre cose: primo, la data esatta dell'equinozio di primavera; poi la data esatta del plenilunio del primo mese, quello che cade lo stesso giorno dell'equinozio o immediatamente dopo, e poi la domenica che segue tale plenilunio; e perciò abbiamo curato che non solo venisse restituito alla data antica, stabilita dal concilio di Nicea, l'equinozio di primavera, che aveva anticipato di circa dieci giorni e che il plenilunio pasquale tornasse alla sua data, dalla quale oggi dista di quattro giorni, ma anche che ci fosse un metodo razionale per il quale si evitasse che l'equinozio e il plenilunio pasquale si spostassero in futuro dalle loro sedi.



Affinché dunque l'equinozio di primavera, che dai padri del concilio di Nicea fu stabilito al 21 marzo, venga riportato a quella data, comandiamo e ordiniamo che dal mese di ottobre dell'anno 1582 si tolgano dieci giorni, dal 5 al 14, e che il giorno dopo la festa di s. Francesco, che si suole celebrare il 4, si chiami 15 e che in esso si celebri la festa dei santi Dionigi, Rustico ed Eleuterio martiri, con commemorazione di S. Marco papa e confessore e dei santi Sergio, Bacco, Marcello e Apuleio martiri; e che il giorno successivo, 16 ottobre, si celebri la festa di S. Callisto papa e martire; e che il 17 ottobre si dica l'ufficio e la messa della XVIII domenica dopo Pentecoste, cambiando la lettera domenicale da G a C; e che il 18 ottobre si faccia la festa di S. Luca evangelista, e che da allora in poi si celebrino i giorni festivi secondo che sono scritti sul calendario [...] Datum Tusculi, anno Incarnationis dominicæ MDLXXXI, sexto Kalendas Martii, pontificatus nostri anno X ( Data a Frascati, il 24 febbraio 1581 [stile fiorentino, corrisponde al 24-2-1582 del nostro calendario], anno decimo del nostro pontificato.)".

Per i tempi, insomma, una vera e propria rivoluzione. Il Papa dallo splendido punto di osservazione sul Tuscolo, fissa anche le pene per chi non si allinea al nuovo calendario e si dimostra comunque clemente con i popoli più lontani che, verosimilmente, avrebbero impiegato addirittura anni per adeguarsi. In apertura di bolla il Papa fa riferimento al Concilio di Trento, concluso una ventina di anni prima: assemblea destinata a passare alla storia alla quale aveva preso parte, da delegato pontificio, lo stesso cardinale Marco Sittico Altemps.

In realtà, come anche ilmamilio.it aveva avuto modo di portare un paio di anni fa, c'è anche l'ipotesi - avanzata dal professor Strollo di Tor Vergata - che il luogo della promulgazione della famosa bolla sia stato il palazzo Vescovile di Frascati, la rocca.

LEGGI LA DISPUTA - E se la riforma del calendario invece che a Villa Mondragone fosse stata fatta a Frascati?

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All'ombra della civiltà tuscolana, il Papa bolognese - all'epoca 81enne - vara il documento che istituisce il nuovo calendario gregoriano e che oggi tutto il mondo adotta. Gregorio XIII muore tre anni dopo, nel 1585 quando probabilmente ci sono ancora angoli della cristianità che non sanno della riforma del calendario.

La Villa Mondragone, dopo gli splendori dei Borghese e di Papa Paolo V avrebbe però poi perso velocemente la sua centralità, in particolare sotto Papa Urbano VIII Barberini, che avrebbe spostato sul lago di Castel Gandolfo la dimora estiva dei Pontefici. La villa sarebbe però rimasta nelle proprietà della famiglia Borghese sino alla fine dell'800 quando venne invece ceduta ai Gesuiti che ne fecero un celebre convitto. Nel 1981 venne acquistata dalla neonata Università di Tor Vergata.

All'epoca della sua costruzione Villa Mondragone si trovava nell'ambito della città di Frascati: oggi è nel territorio comunale di Monte Porzio Catone.

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LA MEDAGLIA - Emessa dalla Zecca di Parigi (Monnaie Paris) in occasione dei 400 anni dalla bolla "Inter Gravissimas" la medaglia, pur dall'impronta e dai rilievi molto modesti, ha un enorme fascino. Diametro 67 millimetri, peso 182 grammi.

Al dritto, di forte stile retrò, senza bordi (o anche con largo bordo rialzato), e con i soggetti e le iscrizioni in incuso, figura un anziano Papa Gregorio XIII con l'esplicito riferimento al calendario gregoriano ed alla bolla della riforma.

Al rovescio, un mappamondo idealmente sospeso in un cielo stellato nel quale compaiono anche il sole e la luna. Senza iscrizioni. Il mappamondo è simile a quello riprodotto nel bassorilievo sulla tomba di Papa Boncompagni in San Pietro dove è rappresentata proprio la scena relativa alla riforma del calendario. Sotto la tomba il dragone simbolo di famiglia.

 

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