Oggi Dante dove metterebbe Benedetto XVI: tra gli Ignavi nell'antinferno insieme a Celestino V?

Pubblicato: Venerdì, 06 Gennaio 2023 - redazione attualità

dante benedettoxvi celestinoV ilmamilioROMA (attualità) - Il sommo poeta punì duramente il Papa protagonista del gran rifiuto del 1296: ma sul suo giudizio influirono anche le sfortunate vicende personali

ilmamilio.it - contenuto esclusivo

"Poscia ch’io v’ebbi alcun riconosciuto, 
vidi e conobbi l’ombra di colui 
che fece per viltade il gran rifiuto".

Così Dante, attraversando il girone degli Ignavi nell'antinferno, nel III Canto dell'Inferno, descrive quello che gli storici, sin quelli della prima ora, hanno identificato con Celestino V.

Il gran rifiuto cui fa riferimento il "sommo poeta", dando per certa l'attribuzione al frate Pietro da Morrone diventato Papa nel luglio 1294 è proprio quello - celeberrimo - che lo stesso Celestino V pronunciò nel corso di un concistoro nel dicembre dello stesso anno allorquando annunciò le proprie dimissioni da pontefice.

Per paura, per inadeguatezza, per vecchiaia o per protesta?

Secondo gli storici la rabbia di Dante verso Celestino V - che di fatto era largamente distante dalla corruzione e decadenza di quella Chiesa medievale che Alighieri accusa nella sua Divina Commedia - era sostanzialmente dovuta al fatto che probabilmente il Papa eremita si era dimesso anche cedendo alle pressioni del cardinal Benedetto Caetani che poi gli era succeduto come Papa Bonifacio VIII.

Proprio di Bonifacio VIII (1296-1303) Dante era acerrimo nemico avendo Papa Caetani favorito la vittoria dei neri Guelfi a Firenze nel 1301 che aveva provocato, tra l'altro, l'esilio del poeta dalla sua città natale della quale era stato anche priore.

LEGGI STORIE & METALLO - Il Dante idealista politico: dal priorato a Firenze alla Commedia

Visti i punti di contatto che uniscono, anche fisicamente (Ratzinger donò nel 2009 al Papa eremita il suo pallio, poi posizionato sulla salma di Pietro nel 2013), Papa Benedetto XVI e Celestino V entrambi dimessisi dal Sacro Soglio, la domanda sorge spontanea: dove posizionerebbe Dante, oggi, il Papa tedesco nella sua Commedia?mercatini frascati ilmamilio

La domanda, per quanto l'onda emotiva di questi giorni ha riportato in auge una figura di Benedetto XVI che in questi anni si era andata via via sbiadendo, appare comunque lecita e per certi versi scontata.

Tanto più che in entrambi i casi, a pesare sulle dimissioni dei due illustri pontefici sono state due componenti identiche: anzitutto l'età, dal momento che Benedetto rinunciò quando aveva 85 anni e Celestino (del quale è ignota l'esatta data di nascita) grossomodo anche. Ma anche e soprattutto gli scandali della Chiesa: la corruzione e la simonia nel caso del Papa medievale, gli scandali della pedofilia e dei "vatileaks" nel caso di Ratzinger.

LEGGI Un Papa ai funerali del suo predecessore: il precedente di Pio VII e quello (a metà) di Celestino V judo frascati ilmamilio

Eppure, nonostante le dimissioni, Pietro da Morrone venne fatto santo nel giro di pochissimi anni (1313), con causa di canonizzazione avviata proprio dal suo successore ed aguzzino Bonifacio VIII.

Per Benedetto XVI i fedeli in piazza San Pietro l'altro giorno hanno similmente chiesto la santità immediata. Se questò sarà possibile lo vedremo nei prossimi anni.

Certo è che, di contro, il giudizio che Dante ebbe di Celestino V (in forte antitesi con Petrarca) fu terribile e probabilmente dovuto anche alle conseguenze personali dell'ascesa di Bonifacio VIII. Il dubbio però rimane: quale posto, idealmente, per Benedetto XVI nella Commedia dantesca?

LEGGI Benedetto XVI, il Papa delle contraddizioni: "santo" o "dannato"? La Storia scriverà il suo giudizio

colline nuoto6 ilmamilio