•  VELLETRI (attualità) - La dimora del grande ed indimenticato attore italiano
     
    ilmamilio.it
     
    Le ferie estive trascorse a passeggiare nelle assolate e semivuote strade dei Castelli romani, possono portare indietro nel tempo, come solo la magia dell’estate italiana può fare. Ed allora se ci avventuriamo per viottoli polverosi nella campagna della città di Velletri l’incantesimo è compiuto. Ci si trova davanti allo splendore e all’imponenza della tenuta del maestro, che fu attore, regista, attore teatrale ma prima di tutto cuoco, Ugo Tognazzi. “La Tognazza” anche qui un nome femminile a sottolineare l’amore per il mondo femminile del grande personaggio, è il nome dato alla tenuta dall’attore.
     
    Quando arrivi davanti alla residenza, che oggi continua ad essere la residenza della famiglia Tognazzi, vieni travolto, dall’umanità del personaggio, dai ricordi, dai fasti di un mondo che non c’è più. Il personale dell’Associazione Culturale Ugo Tognazzi, che ha fatto si che la residenza diventasse una Casa Museo, ci introduce narrando sapientemente la storia della tenuta dall’acquisto avvenuto negli anni ‘60 fino alla scomparsa dell’attore nel 1990. La tenuta di tre ettari e mezzo è anche sede dell’azienda vinicola del figlio Gianmarco Tognazzi, ed il racconto parte proprio dalla produzione del vino che U.T. seguiva in prima persona, così come l’orto e la serra. Per avere acqua a disposizione scavò un pozzo profondo 350 mt, che per molti anni darà acqua a tutta la contrada. Già negli anni ‘60 fu precursore dei prodotti agricoli a km zero. L’attore arrivò all’acquisto della proprietà grazie a Vittorio Gassman che aveva a sua volta acquistato una proprietà all’Artemisio, oggi in vendita. Quando veniamo introdotti nella sala del biliardo, proprio per la presenza di uno stupendo biliardo tuttora funzionante, veniamo fisicamente avvolti da tutta la vita professionale dell’attore, attraverso decine di locandine dei suoi film e spettacoli teatrali e foto con i più grandi attori italiani da Alberto Sordi a Marcello Mastroianni, da Vittorio Gassman a Raimondo Vianello e Paolo Villaggio, nonché registi come Pupi Avati e Marco Ferreri e dove campeggia il David di Donatello ad U.T. per l’interpretazione del film “AMICI MIEI” e “L’ANATRA ALL’ARANCIA”. Si passa poi alla sala della tv, oggi sala delle proiezioni e alla sala del camino. Qui oltre ai ricordi, si ha la fortuna di rivivere alcuni dei momenti migliori del cinema italiano, proprio in quella stanza nasceranno le battute della “supercazzola” presenti in tutta la saga di AMICI MIEI regia di Mario Monicelli, questa sala vedrà anche la celebrazione del matrimonio tra Ugo Tognazzi e Franca Bettoja il 15 agosto 1972, da quel momento in poi ogni matrimonio della famiglia Tognazzi verrà celebrato in questa sala.
     
     
    In punta di piedi si accede, all’intimità dell'attore alla camera da letto, dove sono presenti i suoi occhiali, i suoi vestiti, il baule di scena che portava sempre con sé per girare un film o nelle tournée teatrali. Arriva poi il tempio sacro per Tognazzi, cioè la sala da pranzo e la cucina, lui che si definiva un cuoco prestato al cinema. A tavola rigorosamente si poteva mangiare in 12 non uno di più non uno di meno. Al centro del tavolo ci accoglie un’anatra in porcellana che è la stessa che sarà presente nella locandina del film “UN’ANATRA ALL’ARANCIA” con Monica Vitti e la regia di Luciano Salce, grande amico e collaboratore di Tognazzi. Ci viene raccontato che Ugo prima di un pranzo o di una cena scriveva il menù che poi, al termine dei pasti, veniva votato dai commensali come Dino Risi, Mario Monicelli e tutti gli attori già citati. In una di queste occasioni il regista Marco Ferreri pare abbia detto che a forza di mangiare sarebbe scoppiato. Dopo poco tempo venne scritta la sceneggiatura e poi fu girato il film “La Grande Abbuffata” in cui hanno recitato U.T. Marcello Mastroianni, Philippe Noiret e Michel Piccoli, con la regia di Marco Ferreri. La cucina è anch’essa fonte di frammenti di vita quotidiana, attraverso le foto dell’attore, ritratto in diversi momenti, durante la preparazione dei piatti. Uscendo dalla sala da pranzo si possono ammirare le sterminate campagne velletrane e il mare in lontananza, Ugo Tognazzi definiva questo panorama una striscia d’argento dal Circeo a Ostia. Nel salutare i compagni di questa gita nel tempo, ci assale la malinconia di ciò che ha rappresentato questa dimora, il crocevia di amori, passioni e cultura, l’incontro di uomini e donne che hanno fatto il cinema italiano, forse un pizzico d’invidia per non aver vissuto quei momenti e la consapevolezza che tutto ciò è accaduto davvero e noi oggi possiamo essere testimoni di una memoria da conservare e da diffondere.
     
    Dario Buccilli