GROTTAFERRATA (attualità) - La riflessione dell'ex consigliera comunale: "Dal partito di maggioranza relativa a quello di minor rilevanza"

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Riceviamo e pubblichiamo da Veronica Arpaia.

"Il Partito Democratico è nato nel 2008 per volontà dell'allora segretario Walter Veltroni, il grande sostenitore del "ma anche". Si fusero due partiti di origini e storie culturali assai diverse, i Democratici di Sinistra provenienti dal Partito Comunista e la Margherita di derivazione democristiana. Queste diversità diedero presto vita al partito delle correnti con alterne vicende. A livello locale le vecchie sezioni cambiarono insegna, nome e simbolo e anche il numero degli iscritti ebbe un notevole incremento sulla scia di un rinnovato entusiasmo. Grottaferrata seguì le sorti nazionali adattandosi alla volontà dell’allora segretario.

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Tuttavia, mentre a livello nazionale il Partito Democratico ha continuato a oscillare fra il 18 e il 22%, ad eccezione dell`elezione di Renzi che nel 2014 vinse con un picco del 40%, a Grottaferrata i consensi sono scemati con gli anni disegnando una curva decrescente non poco preoccupante, sino a raggiungere il 10% con le ultime elezioni comunali, una vittoria assai mutilata. E` bene ripercorrere le varie tappe di questa discesa nel tentativo di dare una scossa alla dirigenza: nel 2010 si tennero le prime elezioni comunali dalla nascita del PD che, in quell`occasione, ottenne 2041 preferenze pari al 20,26 dei suffragi.

Il successo fu notevole, il PD portò in consiglio comunale ben 9 consiglieri su 12, ma ne perse 4 nel giro di due anni. Nel 2013 l'allora sindaco Mori si dimise per ragioni che ognuno racconta ancora a modo proprio: in ogni caso l'amministrazione ebbe fine e arrivò un commissario prefettizio per circa un anno. Nel maggio 2014 le elezioni comunali si tennero parallelamente alle europee e se il PD cripense racimolò un buon risultato con 2260 preferenze (21,43%), quello europeo ne ottenne - nello stesso identico giorno - quasi il doppio: 4338, pari al 40,5% dei suffragi. Già allora quel risultato, quello scarto così eloquente, avrebbe dovuto rappresentare un chiaro segnale per la dirigenza PD che si ostinava a rinvenire sempre altrove le cause del suo declino. Il Sindaco di centrodestra Fontana vinse le elezioni e il PD prese due soli consiglieri comunali. In quell'occasione le consuete primarie avevano visto la partecipazione di 3 figure di spicco del partito: Alessandro Broccatelli che concorse poi come sindaco, Stefano Bertuzzi e Luciano Andreotti. Quest`ultimo decise di uscire dal PD e di prendere percorsi diversi, così come avevano fatto i 4 fuoriusciti con la fine dell'amministrazione Mori. Emorragie troppo spesso sottovalutate e derise dalla dirigenza che tendeva caparbiamente a scaricare sempre altrove le proprie responsabilità. Anche l`amministrazione Fontana ebbe vita breve, se la situazione nel centro sinistra non brillava, la destra stava imboccando un percorso ancora più drammatico, mentre il civismo si faceva strada fra personalismi e correnti più di potere che di pensiero.

Nel giugno 2017 vinse le elezioni una coalizione di liste civiche guidata da Luciano Andreotti. Mentre il PD, che aveva candidato Stefano Bertuzzi (senza passare per le primarie), perse ottenendo 1170 voti, pari al 14,58% delle preferenze - circa il 7 % in meno rispetto alla tornata precedente - e due consiglieri comunali, Paola Franzoso e Fabrizio Mari. Quest`ultimo lasciò il PD per aderire a Italia Viva nel settembre 2019 e il PD rimase con un solo consigliere a rappresentarlo. Questa serie di sconfitte rese le tensioni interne al partito ancora più difficili, tensioni che l'allora segretaria, oggi finalmente dimissionaria, non riusciva ad attutire e forse neanche a comprendere. Nonostante una maggiore tenacia - e grazie al sostegno del caro Gianluca Paolucci che non vedeva di buon occhio l’idea di lasciare il comune sempre in mano al commissario di turno -, anche l'amministrazione Andreotti è caduta a soli 6 mesi dalla naturale scadenza del mandato. Nell’aprile 22 si sono tenute le primarie del PD con una insolita eccezione: i due candidati sindaco erano e sono civici, non sono stati quindi espressi dall`unico partito di maggioranza relativa... A corto di teste pensanti? Pertanto queste ultime elezioni hanno confermato la tendenza precedente, vi è peraltro stato un ampio proliferare di liste civiche, in particolare nel centrosinistra che ne ha messe in campo 7 su 8 con l`eccezione del PD unico partito di maggior minoranza relativa. Liste volute e sostenute anche da alti dirigenti per il semplice motivo che solo aumentandone il numero è possibile raggranellare un più ampio consenso per le comunali “ma anche” in vista delle regionali e delle politiche… Cosa ne sia poi delle sezioni locali del Partito Democratico appare essere questione secondaria rispetto alla Conquista di seggi parlamentari e alla rappresentanza amministrativa destinata ai pochi amici di sempre. Seggi oramai ridotti col vituperato taglio dei parlamentari e quindi sempre più difficili da conquistare, con tanto di aumento di tensioni politiche e lotte intestine.

Cinque settimane orsono si sono concluse le ultime elezioni amministrative guidate da Mirko di Bernardo, professore associato di filosofia della scienza presso la Unicusano. Anche il 2022 ha confermato l’erosione di consensi del PD grottaferratese che ha ottenuto il risultato più basso dalla sua nascita: solo 788 preferenze pari a 10,2 punti percentuali e due consiglieri comunali che stanno già litigando fra chi vuole rispolverare l’intramontabile manuale Cencelli e chi punta alla scala reale per incassare tutto il piatto. A livello nazionale chi scrive vota ancora PD (Per Disperazione), ma sul piano locale di alternative ce ne sono e si stanno facendo strada nonostante le difficoltà di non avere una forza trainante in parlamento. Stiamo osservando cosa accade ai partiti di centro destra (Meloni e Salvini) privi di una rappresentanza degna di questo nome sul territorio…si impoveriscono!

Il PD nei grandi comuni riesce ancora a tenere, ma per quanto se per vincere le comunali si alimenta la nascita del civismo? Coloro i quali hanno una storia di centro sinistra si chiedono quando finirà questa emorragia di consensi e quando la politica tornerà ad avere la P maiuscola, nel piccolo comune, come a più alto livello; un’inversione di rotta è divenuta veramente urgente considerando anche il mordere delle crisi, sia economica sia pandemica, per non dire oramai sistemica"

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