Grottaferrata, migranti: ai privati un milione di euro all’anno per il 2018-2021. La questione delle ricadute economiche per la città

Pubblicato: Lunedì, 20 Novembre 2017 - Fabrizio Giusti

GROTTAFERRATA – Il dibattito è aperto, ma solo fuori del Palazzo...

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La delibera della Giunta Andreotti parla chiaro. I servizi minimi garantiti ai 76 migranti in arrivo a Luglio del 2018 (la progettualità arriva fino al 2021) a Grottaferrata saranno l’accoglienza materiale, quella abitativa a bambini e neonati, la mediazione linguistico-culturale, l’orientamento e l’accesso ai servizi del territorio, l’inserimento scolastico per i minori, la formazione e riqualificazione professionale, orientamento al lavoro, i tirocini formativi, le borse di lavoro, l’accompagnamento all’inserimento abitativo, il sostegno socio-psicologico, l’assistenza legale. Si apre, in sostanza, uno scenario del tutto nuovo per la comunità grottaferratese. Da quando l’emergenza degli sbarchi ha avuto il suo acme in Italia, da queste parti, in fondo, non esisteva un sentore della questione se non di rimbalzo per la presenza in città dei migranti provenienti dal grande centro di ‘Mondo Migliore’ a Rocca di Papa.

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Lo Sprar non costerà un euro alle casse del comune. Questo è stato chiarito. Ma qualche cifra a Palazzo Consoli dovrà essere investita se si vorrà fare dei migranti in arrivo anche una ‘forza lavoro’ da inserire almeno per i cosiddetti ‘impieghi sociali’ (ad esempio la cura dei giardini). Al di là di ogni aspetto solidale, infatti, in qualche modo i giovani dovranno pur essere inseriti se si vorrà dare senso al progetto, almeno seguendo la sua filosofia così come spiegata nella delibera di Giunta.

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In molti Comuni la soluzione è stata semplice: l’ospitalità in cambio di qualche ora al giorno o a settimana di lavoro. Nella vicina di Rocca di Papa ci hanno provato per far integrare gli ospiti di Mondo Migliore (l’Hub da 400 ospiti). Il progetto è stato abortito dopo le forti polemiche dovute ad un singolare impiego dei ragazzi senza caschi, scarpe ed esposti a rischi evidenti come accadde in un arcinoto video nel quale si notava in che modo i migranti erano stati messi a lavorare nelle vie (anche su dei muri alti diversi metri) senza alcuna protezione. Da lì in poi il tentativo è stato abbandonato.

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I privati, calcolando la somma di 35 euro per migrante, guadagneranno dall’operazione Sprar circa un milione di euro all’anno (oltre 2mila al giorno). Dal fronte dei contestatori è già in atto un monitoraggio sugli istituti religiosi e le Cooperative sociali che potrebbero essere coinvolte dal piano. Esiste infine una domanda pertinente che entrerà (si spera) a far parte del dibattito cittadino: quale ricaduta economica avrà la presenza dei migranti in città? Secondo i più critici sarà pari a zero, perché a parte qualche bar o qualche alimentari difficilmente un circuito di persone che ha a disposizione somme attorno ai 3-5 euro al giorno potrà ‘arricchire’ la comunità.

In molti sono convinti che alla fine lo Sprar, proprio per questo, si rivelerà un ‘flop’ e che il Comune si dovrà dar da fare per reperire strutture (almeno otto), per distribuire i migranti (secondo la delibera non potranno essere più di dieci per spazio).

Siamo comunque solo agli albori del confronto, già di per sé acceso. Per ora il confronto sembra essere più all’esterno che all’interno del consiglio comunale, dove solo il PD, per rivendicare l’idea di una ‘Grottaferrata multirazziale’ si è fatto sentire. A tal proposito ancora Noi con Salvini, nella giornata di sabato, ha chiesto, attraverso un post su Facebook, per quale motivo i Dem si siano accalorati tanto per difendere una decisione della Giunta Andreotti. Dalle parti del centrodestra criptense sta circolando l’ipotesi che qualche Coop interessata nello Sprar circoli nell’orbita del centrosinistra locale. Se tale argomento prenderà quota, il confronto diventerà molto rumoroso. Domani, 21 Novembre, le forze politiche, i movimenti e i cittadini che si oppongono al provvedimento avranno un primo incontro di coordinamento.

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Per il resto si annota il silenzio delle forze civiche di maggioranza, le cui identità di origine sono differenti (almeno così si narrava in campagna elettorale). E’ probabile, a parte le schermaglie di questi giorni, che la discussione si accenderà veramente dall’inizio del 2018 e in particolare dalla primavera, quando il quadro sarà più chiaro, le strutture decise, l’organizzazione dell’accoglienza in fase di preparazione.