L’agricoltura scopre il delivery ma a pagarne le spese sono i piccoli produttori. Le testimonianze da Frascati a Lanuvio

Pubblicato: Mercoledì, 24 Marzo 2021 - Federico Smacchi

FRASCATI (attualità) - Frutta e verdura comprati online e spediti direttamente a casa: spesa del futuro o ennesima tegola per gli agricoltori?

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Non c’è da stupirsi se al giorno d’oggi anche l’agricoltura si sta facendo spazio nel mondo degli acquisti online. La pandemia non ha fatto altro che accelerare un processo iniziato già da tempo in diversi paesi europei, un processo che di recente è arrivato anche ai Castelli romani.

È passato un anno ma il virus fa ancora paura, e c’è chi sceglie di restare a casa (e forse fa bene) ricorrendo ad internet anche per quegli acquisti che normalmente avverrebbero nei mercati di zona. A pagarne le spese però, sono come sempre i piccoli produttori che molto spesso non hanno le risorse per essere competitivi in un mercato digitale spietato e tutt’altro che solidale.

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Il problema principale sono le piattaforme di vendita, con le commissioni sul venduto e i costi di consegna a domicilio che raggiungono picchi del 30 percento sul prezzo totale. Una spesa che i produttori possono aggirare soltanto gonfiando i prezzi. Ma poi c’è la competizione, si rischia di lasciare i prodotti sugli scaffali. Insomma, una situazione complicata e instabile, denunciata da diversi agricoltori dei Castelli, da Frascati a Lanuvio, in un’intervista rilasciata pochi giorni fa e pubblicata sul quotidiano “La Repubblica”.

Ci sono le parole di Paolo Giobbi, produttore attivo tra Albano Laziale e Frascati con un attività di vendita all’ingrosso e un banco al mercato settimanale. Giobbi denuncia la difficile situazione delle aziende come la sua sparse sul territorio, “i produttori hanno l’acqua alla gola”, al contrario degli intermediari per la vendita online che invece proliferano chiedendo commissioni da capogiro. 

Nello stesso articolo troviamo anche la testimonianza di Mauro Gargano, produttore di Marino, che mette luce su un altro problema connesso alla triste situazione: se i produttori sono obbligati a vendere online perché sono in difficoltà, quelle stesse difficoltà non gli permetteranno di promuovere e pubblicizzare i loro prodotti. Un passaggio che nelle vendite online è praticamente obbligato. Anche per questo motivo, secondo Gargano, gli intermediari si permettono di alzare il prezzo delle commissioni, sanno che per i produttori ci sono poche alternative rimaste.

C’è invece chi, come Giovanni di Turi, agricoltore di Lanuvio e membro della Coldiretti di Velletri, vede il problema delle vendite online come secondario rispetto alla eterna lotta tra produttori e grande distribuzione. Una storia vecchia sì, ma sempre attuale e come sostiene lo stesso di Turi, resa ancora più insostenibile da inizio pandemia ad oggi.

Oltre alla sfiancante e a tratti impossibile competizione tra piccoli produttori e supermercati, si aggiunge il calo delle vendite e la crisi economica in atto. I prodotti rimangono sugli scaffali, gli agricoltori sono costretti a svendere. Se consideriamo poi anche il problema del mercato online, delle promozioni e delle commissioni esorbitanti, ecco che il quadro per i nostri produttori locali è tutt’altro che incoraggiante. Su cosa si reggerà la “spesa del futuro” e le attività agricole un futuro non ce l’hanno?

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