STORIE - Tempio di Diana a Nemi, dove la dea si specchia nel lago

Pubblicato: Giovedì, 09 Aprile 2020 - Giulia Bertotto

tempioDiana nemi ilmamilioNEMI (storie) - Un complesso archeologico di straordinaria rilevanza

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Il Tempio di Diana Nemorense di Nemi sorgeva immerso nel bosco, sulle rive del Lago di Nemi. Secondo studi archeologici, il luogo di culto era venerato già nell'età del Bronzo, (dal 3400 a C. al 600a. C.) Il Tempio era articolato in un grande complesso che si estendeva per poco meno di 50.000 metri quadrati.

Il vasto cortile adiacente ospitava, oltre al tempio dove si svolgevano riti, le sale per i doni portati a Diana, i locali per i sacerdoti, gli alloggi per i pellegrini, le vasche per la depurazione corporea e medica e un teatro. Anche se in ambienti separati, preghiera, medicina e arte, celebravano insieme la dea.

Attualmente sono visibili una parete di nicchioni, una sezione del pronao (spazio tra le colonne di entrata al tempio e il suo ingresso) con un altare e alcune colonne, anche se non sono in buone condizioni. Con l'affermarsi della religione cristiana il tempio divenne una cava per estrarre materiali a fini architettonici. Dal 1600, iniziarono i lavori di scavo che consegnarono alla Storia molti reperti, attualmente custoditi in diversi musei, ma gran parte della struttura è ancora da scoprire.

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Ai lavori di scavo si interessarono diversi musei e università statunitensi, ricercatori inglesi e danesi. Insieme al tempio di Giove, situato sul Monte Albano, il tempio di Diana fu il centro della vita religiosa e politica della Lega Latina, un'alleanza dei popoli italici attiva nel VI secolo a.C: quello costruito in onore di Diana era un santuario “federale”, cioè che serviva anche da collante sociale e dove si stringevano e rinnovavano alleanze politiche. Dunque il sito non è solo importante dal punto di vista dell'indagine culturale, ma anche geopolitica.

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Ma chi era Diana? Diana era una dea latina e romana, divinità dei boschi, protettrice degli animali selvatici, custode delle acque e delle fonti. Dea della caccia, della verginità, del tiro con l’ arco, durante il sincretismo religioso dell’età imperiale venne identificata con altre divinità femminili orientali. Il suo nome viene dal termine latino Dius, cioè della luce, da dies, la luce del giorno. I simboli a lei associati sono però la Luna, l'arco, frutti nella mano e il cervo.

Il lago di Nemi, secondo una metafora affascinante, era lo specchio di Diana, che ospitava il magnifico riflesso della dea, signora di tutti i boschi che lo circondano. Il Lago di Nemi è dunque lo specchio simbolico della dea delle selve e della vita selvatica. Nel culto greco si identifica con Artemide, ma secondo alcuni esperti coincisero solo per un secondo momento storico. Oggi all'interno dell'area archeologica si trova l'azienda agricola "Il Giardino di Diana", che organizza visite guidate.