Dessì (M5S) a tutto campo: "Noi alleati ai progressisti, scelta inevitabile. Rousseau? Devono gestirlo i parlamentari"

Pubblicato: Martedì, 04 Febbraio 2020 - redazione politica

FRASCATI (politica) - Il senatore tuscolano interviene sui dui discussissimi temi. Il Movimento 5 stelle ad una svolta

ilmamilio.it

"Il M5S non può essere equidistante se dall'altra parte c'è Salvini. Fermo restando che noi vogliamo il proporzionale, e quindi un sistema di voto che non ci consentirà, a meno che non vogliamo sognare, di prendere il 51% di voti, ritengo che dobbiamo realizzare il nostro progetto politico insieme a qualcun altro". Lo dice all'Adnkronos il senatore del M5S Emanuele Dessì, interpellato sul tema delle alleanze in vista delle prossime regionali. La maggioranza degli attivisti campani ha detto no a un'intesa coi dem: partita ancora aperta in Liguria. Ma Dessì non ha dubbi su chi debbano essere i futuri compagni di viaggio del M5S: "Gli interlocutori più vicini sono quelli che fanno riferimento al centro moderato di questo Paese, al centrosinistra, alla parte riformista e progressista. Il più lontano possibile dalla parte destra". Poi la stoccata ai 'dimaiani': "Ho la netta sensazione che parlare di terza via sia solo un modo elegante e filosofico per dire 'se domani ci conviene torniamo con Salvini'. E non è la mia idea di politica nel 2020".

Il senatore pentastellato, originario e residente a Frascati, parla però anche della contestata piattaforma di Rousseau: secondo il parlamentare deve essere controllata dai parlamentari.

"Gli iscritti pentastellati - dice all'Adnkronos Dessì -sono iscritti al M5S. E si iscrivono al M5S tramite la piattaforma Rousseau. Quindi Casaleggio è a tutti gli effetti, come sviluppatore della piattaforma Rousseau, un prestatore di servizi". Autore, insieme ad alcuni suoi colleghi, di un documento che sollecita il passaggio della piattaforma nelle 'mani' del gruppo parlamentare, Dessì ritiene che "l'attività politica del M5S, proprio perché il Movimento ha bisogno di sapere chi sono gli attivisti, cosa fanno e quindi di gestirne i dati, la deve fare il M5S, che poi decide di avvalersi di Rousseau e quindi anche del lavoro gratuito, è vero, di Casaleggio - perché lui lavora con un'altra società, la Casaleggio Associati". Interpellato a margine di un convegno alla Camera sulla cittadinanza digitale, Casaleggio ha ripetuto che Rousseau deve continuare a essere "la voce degli iscritti" e che il contributo di 300 euro a testa da parte degli eletti "è utile per lo sviluppo della piattaforma".

"E' questo equivoco di fondo che tanti fanno finta di non capire", replica Dessì, che osserva: "Io non sono iscritto a Rousseau. Se mi chiedi 'ti vuoi iscrivere a Rousseau?', io dico che non me ne frega nulla. Se mi chiedi 'ti vuoi iscrivere al M5S?' ti dico sì. Siccome sono un senatore 5 Stelle e il M5S ha i suoi organi dirigenti, ritengo che la linea politica del Movimento debba essere gestita dalla sua classe dirigente, anche attraverso le piattaforme, e non attraverso una Associazione esterna che non comprende nessun politico". Persone - è l'affondo del senatore - "che poi Rousseau ha pensato bene di inserire nella classe dirigente, mettendole nel team dei facilitatori... E' un equivoco che c'è anche nella massa dei nostri elettori. Tanti pensano di essere iscritti a Rousseau ma sono iscritti al M5S".

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