Frascati | Un saluto a don Mark Pinto, un amico che parte

Pubblicato: Mercoledì, 21 Dicembre 2022 - redazione attualità

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FRASCATI (attualità) - Il sacerdote, originario dell'India, è destinato ad un'altra diocesi. Si acuisce il problema della mancanza di preti in quella Tuscolana

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di Valentino Marcon

Un amico che parte e se ne va altrove, lontano, tanto più se è sollecitato a farlo suo malgrado, lascia sempre un vuoto nella vita quotidiana di una comunità, in particolare quando l’amico sia benvoluto e apprezzato dai tanti che lo hanno conosciuto.

Chi parte in questi giorni è un prete, uno di quei preti di cui se ne trovano pochi in giro, con la sua apertura mentale, uomo plurilaureato e preparato intellettualmente e pastoralmente ed insieme dotato di una semplicità ed umiltà disarmante.

Accogliente con tutti quelli che lo hanno incontrato, fossero credenti o non credenti, laici o sacerdoti, la conversazione con lui era sempre piacevole. Personalmente - pur avendo potuto incontrare e conoscere tanti laici impegnati e tanti ministri nel clero e nell’episcopato per aver girato l’Italia anche per un mio volontariato nell’associazionismo cattolico - ho potuto constatare come non molti sapessero esporre il vangelo con una capacità comunicativa attraente e con la percezione di uno che conosce a menadito le Scritture (anche citando a memoria passi e versetti della bibbia nelle sue quotidiane omelie) senza mostrare supponenza o alterigia. Le sue ‘prediche’ non ti facevano distrarre o pensare ad altro, ma ti introducevano nei tempi e luoghi in cui si erano svolti i fatti biblici esemplificandone l’insegnamento nella concretezza della quotidianità odierna.

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Ci si riferisce naturalmente a don Mark Pinto che per otto anni ha esercitato il suo ministero nella parrocchia di San Pietro in Frascati (cattedrale) - in umiltà e fervore come si prega nelle lodi mattutine - sia per le celebrazioni dell’Eucarestia, come nelle ore passate nel confessionale sempre disponibile ad ogni richiesta. Persone di ogni ceto e condizione conversavano con naturalezza con lui senza sentire disagio o distanza dal prete quale ‘autorità’ ecclesiastica, in quanto si apriva al dialogo e alla condivisione delle condizioni di vita qualunque esse fossero.

Don Mark avrebbe desiderato restare nella diocesi Tuscolana, ma non lo si è voluto trattenere, e francamente - probabilmente perché non siamo dotati di un adeguato acume intellettivo - non si riesce ad entrare nella ‘logica’ di tale decisione.

Il ‘nostro’ don Mark è originario dell’India, un grande continente dalle molte sfaccettature, in costante crescita demografica, con molte contraddizioni, ‘caste’ e diverse religioni (in maggioranza indù seguiti dai musulmani e con una minoranza di cristiani del 3% ), caratterizzato dalla povertà in molte zone del Paese, ma anche dotato di ricchezze scientifiche, tecnologiche e culturali, patria di uno dei più grandi testimoni di pace del Novecento, quale è stato il mahatma Ghandi e dove operò a Calcutta per diversi anni madre Maria Teresa. Paolo VI volle recarsi in India nel dicembre del 1964 per Il Congresso eucaristico internazionale di Bombay.vivace11 22 ilmamilio

A Bombay, nell’aprile del 2003, don Mark Pinto era stato ordinato sacerdote dal cardinale Ivan Dias. Nato nel 1963, Pinto, prima di venire a studiare a Roma (dal 1997 al 2003) nel Seminario internazionale ‘Giovanni Paolo II’, si era laureato in Economia e commercio nel 1991, un titolo che gli servì per alcune docenze in istituti collegati con l’Università della città indiana. Conoscitore di diverse lingue quali inglese, francese, spagnolo e portoghese, tedesco, ed idiomi tra cui l’hindi, è stato anche interprete in alcuni sinodi di vescovi a Roma.  

   Nella sua esperienza internazionale si annoverano una cinquantina di Paesi nel mondo da lui visitati. A Roma ha conseguito licenze e dottorati in Storia ecclesiastica e in Teologia frequentando le Pontificie Università Gregoriana e della Santa Croce. E’ stato dal 2006 al 2011, segretario del cardinale Ivan Dias, prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei popoli, quindi segretario aggiunto del cardinale Oswald Gracias arcivescovo di Bombay, dal 2014 al 2015.mercatini frascati ilmamilio

   Certamente la sua conoscenza delle lingue lo poneva in grado di essere accettato ovunque fosse andato e molte diocesi nel resto del mondo - non in quella di Frascati! - lo avrebbero accolto con grande gioia anche perché potevano giovarsi delle sue capacità intellettuali e pastorali, e così avviene oggi per gli Stati Uniti, dove la diocesi di Bridgeport, nel Connecticut, lo riceverà con grande apertura.

   Cosa augurare e promettere a don Mark? Innanzitutto che l’amicizia e la vicinanza dei fedeli che lo hanno apprezzato nella parrocchia e in diocesi di Frascati non verrà meno, anche se si tratterà di corrispondere con lui via mail o telefonicamente o per posta; in quanto all’augurio che gli facciamo, è quello che (lo diamo per scontato), come ha trovato nella parrocchia di San Pietro simpatia, cordialità e sostegno popolare, lo stesso avverrà nella diocesi d’oltreoceano.colline nuoto6 ilmamilio

In quanto alla comunità parrocchiale (e diocesana) di Frascati, si troverà certamente più povera tanto più che, obiettivamente - tenendo conto anche della scomparsa in questi giorni di don Gioacchino Liberti - non potrà contare nemmeno su un numero di sacerdoti sufficiente ed adeguato per una evangelizzazione e una pastorale comunitaria oggi urgente, sinodale (nel senso vero del termine), e ‘missionaria’ in una chiesa locale che pur vanta(va) una antica, solidale, feconda e ‘conciliare’ tradizione religiosa.    

   Nel Vangelo Gesù dice che «la messe è molta, ma gli operai sono pochi! Pregate dunque il padrone della messe che mandi operai nella sua messe(Matteo 9,32-38). Ora, se è sempre doveroso pregare per avere degli operai, non è certo consequenziale che quando ‘il padrone della messe’ con grande bontà ce ne manda alcuni, questi poi si ritrovino a vivere nel ‘precariato’ o ad essere licenziati… ‘senza giusta causa’! Per lo meno il Vangelo questo non lo dice!

LEGGI Nota del vescovo di Frascati sulla parte di don Mark: "Riferita a vecchi accordi"

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