CIAMPINO (politica) - Il presidente Ivan Boccali critica lo scontro aperto che si è creato tra Comune e Regione Lazio sull’ipotesi turnazione per oltre un milione di romani

ilmamilio.it - comunicato stampa

“In merito all’emergenza idrica che ha colpito la Capitale, Acea e Regione Lazio sono allo scontro aperto e ne fanno una questione puramene politica. Credo, invece, che debbano agire di comune accordo per trovare una soluzione nel più breve tempo possibile”.

Lo afferma Ivan Boccali, presidente di Gente Libera. “È inimmaginabile – continua Boccali – che più di un milione di romani possa restare senz’acqua per ben 8 ore al giorno in questi mesi così caldi. Penso ai tanti giovani ed agli anziani impossibilitati ad andare in vacanza. È di ieri la notizia che un bambino su tre passerà l’estate in città. Vogliamo togliergli anche l’acqua?”.

E mentre si attende una soluzione alternativa ai prelievi dal lago di Bracciano per scongiurare l’ipotesi turnazione nella Capitale, nell’hinterland capitolino sono già tanti i Comuni interessati, fin dal mese scorso, dal razionamento della risorsa idrica per alcune ore a settimana. Parliamo di Rocca Priora, Colonna, Monte Compatri, Cave, Lariano, San Cesareo, Colleferro, Gorga, Monte Porzio Catone, Frascati, Velletri, Palestrina, Grottaferrata, Zagarolo che fanno capo ad Acea Ato 2.

“Lo stop dell’acqua in questi centri avviene alcune ore a settimana – continua Boccali –, ma ora i cittadini temono che la situazione possa peggiorare. Tra l’altro, la turnazione non ha risolto il problema visto che a luglio non sono mancate ulteriore difficoltà che hanno coinvolto la rete idrica come continui abbassamenti di pressione e mancanza d’acqua anche negli stessi Comuni già interessati dai turni. In questi casi i cittadini subiscono un doppio disagio”.

Già lo scorso maggio, Acea aveva fornito informazioni alle amministrazioni locali sulle criticità dell’approvvigionamento idropotabile nei Comuni dell’Ato 2, fornendo una situazione previsionale per l’estate in corso. Una situazione gravosa per la ricarica degli acquiferi visto che il 2017 è la seconda annualità consecutiva nella quale si è registrata bassa piovosità. Nei periodi autunno-inverno 2016-2017 e 2015-2016, infatti, la piovosità è stata rispettivamente del 50% e del 30% in meno rispetto allo stesso periodo 2014-2015. Già a maggio il lago di Bracciano aveva raggiunto un livello molto basso, mai registrato in quel periodo.

“Malgrado gli interventi migliorativi effettuati da Acea sugli impianti di approvvigionamento – conclude il presidente Boccali - un problema ancora lungi dall’essere risolto riguarda la vetustà delle condotte idriche. Guasti improvvisi e danni a condotte sono infatti all’ordine del giorno con conseguenti sospensioni repentine o per lavori e attività di manutenzione. Senza dimenticare, pur in minima parte, le limitazioni del consumo di acqua per usi extra domestici”.

amianto perazzetaFRASCATI (attualità) - La segnalazione di un nostro lettore

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Un nostro lettore ci segnala la presenza di elementi di copertura in amianto nella parte alta di via di Perazzeta, alla periferia di Frascati.

"Purtroppo - scrive il cittadino - sono molti mesi che quell'amianto si trova buttato a terra, a ridosso della vegetazione. Sappiamo che è un materiale inquinante per l'ambiente e nocivo per la salute umana e chiediamo dunque che venga finalmente rimosso".

GROTTAFERRATA (politica) – Già due polemiche si sono avvicendate. Ma c’è dell’altro.

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Nella Giunta Andreotti la voce di chi non è contento dei primi passi non ha mancato di farsi sentire. Il primo mese della nuova amministrazione civica è passato così, tra le esternazioni inaspettate che hanno fatto più notizia di ogni altra cosa. Prima Bracci, poi Tomboletti. Il secondo non ha mancato di punzecchiare sul fatto che dopo l’elezione del 25 Giugno, sostanzialmente, si sia scollato qualcosa, come se tra i vari attori protagonisti della recita qualcuno abbia tolto una sorta di maschera. Mostrando un’altra faccia.

I primi malumori sono balzati subito alla ribalta con delle dichiarazioni pubbliche che non hanno mancato di sorprendere. C’è tempo per fare pace e recuperare l’armonia, ma se ciò non dovesse accadere il futuro sarà complesso. Mauro Tomboletti, in special modo, non è esattamente uno qualsiasi. E’ stato l’artefice numero uno della nascita del fronte civico, il primo a sostenere la candidatura dell’attuale sindaco in tempi remoti. Il fatto che abbia esternato alcuni dubbi e perplessità fa comprendere che già in questi primi trenta giorni sia venuto meno qualcosa che ha modificato il naturale e originale assetto della ‘leadership’ civica. Sono queste le prime ‘spine’ (grandi o piccole non sta a noi dirlo) che, detto per inciso, ad oggi contemplano solo elementi esterni alla maggioranza. Quindi tutto è sicuramente più contenuto.

Interessanti sono, a corredo di questo impianto, tutta una serie di dinamiche da tenere d’occhio e che oggi non sono del tutto decifrabili. Riflessioni che già circolano in città e che probabilmente usciranno allo scoperto al prima tema di confronto serio. Ad esempio: la lista ‘Con Voi’ è sparita dal consiglio comunale con l’adesione di Bosso e Passini all’interno della lista civica del sindaco Andreotti. Il peso della maggioranza ora si è spostato tutto sul movimento creato dal primo cittadino. Mossa strategica, che ha stravolto sostanzialmente la distribuzione dei seggi indicata dal voto degli elettori. “Con Voi” ha preso meno di ciò che era stato annunciato preventivamente durante la campagna elettorale. Possibile dunque che la scelta di cambiare raggruppamento sia stato dettato dal desiderio di compattare le forze e pesare di più nelle scelte entrando direttamente nel contenitore-guida dell’intera coalizione. Tutto legittimo, anche se sui tempi della manovra qualche mugugno c'è stato. Altra considerazione: che fine ha fatto la micro-componente vicina a Forza Italia che in quella lista esisteva (Covizzi, ma anche - esternamente - Michela Palozzi) e che è stata completamente esclusa dai primi incarichi e assegnazioni di deleghe? Con il tempo lo capiremo. Da considerare, infine, tutta la riflessione che da giorni è emersa sulle posizioni dei consiglieri Pavani (il padre è presidente della Pro Loco) e Pompili (la madre è dirigente comunale) di cui si parla (e si sparla, va detto) nei capannelli dei politici locali e sopratutto nei commenti social. Il conflitto d’interesse non esiste in nessuno dei due casi, ma l’argomento c’è ed è inutile far finta che non sia materia di considerazioni varie.

Pesi, misure e qualche nervosismo esterno. L‘avventura andreottiana si è staccata dal porto e naviga ora in mare aperto. A un mese esatto dal trionfo elettorale sono già cambiate le sfumature. Il tempo della propaganda è finito. Dar luogo alla serietà delle azioni sarà l’unico scopo. Si giudicherà tutto da lì.

ACCADDE OGGI – Il 26 Luglio 1992 la giovane testimone di giustizia pone fine ai suoi giorni, ma il suo esempio non è andato dimenticato

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Furono le donne a portare la bara al funerale di Rita Atria. Le donne che fuori dall’omertà avevano riconosciuto in lei il simbolo di una ribellione, lo scollamento dal legame criminale. Pochi giorni prima, la giovane aveva terminato la sua esistenza davanti al civico di Viale Amelia 23, a Roma, sulla Via Tuscolana. Da tempo aveva deciso da che parte stare.

Fu l'esempio, uscendo dall'identità familiare, di una speranza di riscatto e giustizia di cui abbiamo tutti bisogno per sparare in una società che sia migliore di questa in cui viviamo. Una straordinaria lezione di coraggio, la sua, che deve essere percorsa e ripercorsa affinché si affermi come indirizzo delle coscienze delle generazioni presenti e future.

Orfana di padre (appartenente di una cosca di Partanna, ucciso in un agguato da Cosa nostra) a undici anni, Rita subì sulla sua pelle l'ascesa dei corleonesi e della seconda guerra di mafia. Raccolse dal fratello Nicola, al quale si era legata, le confidenze sugli affari dell'illegalità della sua cittadina. Quando nel giugno del 1991 anche Nicola venne ucciso dalla criminalità organizzata, sua moglie, Piera Aiello, decise di collaborare con la giustizia. Rita Atria, a soli 17 anni, seguirne la stessa scelta. Il primo ad ascoltare le sue rivelazioni fu Paolo Borsellino. Le deposizioni, e quelle di altri testimoni e donne coraggiose, permisero di arrestare diversi mafiosi e di avviare un'indagine su Vincenzino Culicchia, per trent'anni sindaco di Partanna. Poi arrivò il tempo delle stragi, delle autostrade capovolte, delle guardie del corpo smembrate, dei giudici assassinati. Toccò la stessa sorte anche a Paolo Borsellino, il 19 Luglio 1992. Una settimana dopo, pervasa dalle angosce di quella Magistratura antimafia che sembrava irrimediabilmente sconfitta, Rita si uccise a Roma, dove viveva in segreto, lanciandosi dal settimo piano di un palazzo.

Una ragazza che rinunciò a tutto, Rita. Inseguì un ideale di giustizia, ribellandosi alle leggi più infami della sua terra. Con la sua ritrovata coscienza civile fece germogliare una rosa di libertà che ancor oggi sopravvive nei cuori di chi la ricorda e di chi, come tanti ragazzi siciliani che oggi in lei vedono un riferimento morale, non si è arreso mai al ‘puzzo del compromesso’ con l’illegalità.

“Forse un mondo onesto non esisterà mai, ma chi ci impedisce di sognare?”. Nelle sue parole, il testimone di una fiaccola che va portata avanti.

DAL FILM 'LA SICILIANA RIBELLE', DI MARCO AMENTA

 

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