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Quando le ferrovie dei Castelli romani finirono sulle medaglie di Pio IX

27-02-2017

FRASCATI (storie) - Nel 1857 tocca alla Roma-Frascati, cinque anni dopo alla Roma-Velletri col ponte in ferro sul fosso di Sant'Anatolia. Due storie con un comun denominatore: Papa Pio IX

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Uno Stato Pontificio che, nell'ultimo ventennio della sua vita, si catapulta verso il futuro. E' questo il senso di una missione modernizzante di quello che è stato fino ad oggi non solo l'ultimo Papa re, ma anche e soprattutto il Pontefice che più a lungo è rimasto sul soglio di San Pietro.

Pio IX ha dunque saputo legare il proprio nome non solo ad opere viarie di grande importanza (LEGGI l'articolo del 25 febbraio sui viadotti di Ariccia) ma anche alle prime ferrovie dello Stato della Chiesa. Finite su medaglia, impresse su metalli preziosi (oro, argento e bronzo) sono le prime due linee castellane della storia: la Roma-Frascati e la Roma-Velletri-Ceprano, da cinquanta anni solo Roma-Velletri.

Nel 1848, ad appena due anni dall'elezione, Pio IX - al secolo Giovanni Maria Mastai Ferretti - spinge per la realizzazione della prima ferrovia. Il 25 novembre viene sottoscritto l'accordo per la costruzione della ferrovia Roma-Frascati tra il Comitato Governativo e la Società Pia-Latina e la linea, non senza difficoltà provocate anche dai disordini politici, vede la luce solo nel 1856 (LEGGI l'articolo per i 160 anni). La ferrovia collega le stazioni di Porta Maggiore a Roma e di Campitelli a Frascati: in entrambi i casi i fabbricati sono distanti dal centro cittadino. A Roma si sceglie il sito di Termini per la stazione centrale, a Frascati solo nel 1884 viene inaugurato il nuovo fabbricato dove si trova ancora oggi. Il 7 luglio la prima corsa del treno tra i due capilinea, pur senza la presenza del Papa.

L'apertura della ferrovia viene ricordata da una medaglia annuale, realizzata dal Girometti - a sinistra nella foto in alto -, emessa il 29 giugno del 1857 (San Pietro e Paolo) coniata in un numero complessivo non noto di esemplari: appena 39 i pezzi in oro (tiratura tipica per questo genere di produzione, ristrettissima), 3221 quelli in argento e pochi di più quelli in bronzo dorato e bronzo. La medaglia, dal diametro di 43,5 mm, è probabilmente tra le più belle della pur artisticamente elevata produzione specifica ottocentesca (VEDI su lamoneta.it).

Papa Pio IX ha però urgenza di collegare le città di frontiera con Roma e così già nel 1859 viene inaugurata la Roma-Civitavecchia e per il collegamento col Regno delle Due Sicilie il Pontefice ed i suoi tecnici scelgono di realizzare la Roma-Velletri-Ceprano.

La linea viene inaugurata il 1° dicembre 1862 quando dopo il varo del tratto tra Ciampino (da dove la nuova linea si dirama dalla Roma-Frascati) e Cecchina, ai piedi di Albano Laziale, la ferrovia raggiunge Velletri, Segni e Ceprano.

Già il 17 maggio del 1862, però, era stata coniata la medaglia straordinaria realizzata da Francesco Bianchi, che riproduce il viadotto in ferro sul fosso Sant'Anatolia, detto anche "Ponte Pio" proprio in onore del Pontefice di Senigallia.

Il ponte, riprodotto nel progetto d'epoca qui a fianco (VAI a www.velletri-univercarnevale.it), è realizzato su 4 appoggi: due in muratura, alle estremità, e due in ghisa e si eleva nel suo punto massimo di 42 metri sul piano di campagna. Qualche anno dopo la struttura dei piloni centrali viene rinforzata con mattoni interni: questa architettura resiste fino al dopoguerra quando, anche per i danni provocati dai bombardamenti, i piloni originari vengono sostituiti due appoggi in cemento armato. Nuove anche le travate della sede ferroviaria.

La medaglia straordinaria, in alto a destra, riproduce proprio il ponte originario, con tanto di treno di passaggio. Il conio, con diametro di 53,6 millimetri, viene prodotto in oro, argento e bronzo: poche le notizie che si hanno in merito a questo prodotto, però: sconosciute sia la zecca (per quanto la fattura sia ottima) che la tiratura, particolare questo ben comune per le medaglie straordinarie (VEDI su lamoneta.it).



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