Raggi: “Alla Romanina un parco intitolato ai 27 giudici uccisi dalla Mafia”
Pubblicato: Lunedì, 23 Luglio 2018 - redazione politicailmamilio.it - comunicato stampa
"La mafia deve restare fuori dalla nostra città. Perché la mafia a Roma esiste. Lo stanno dimostrando le inchieste e gli arresti. Non più piccole bande, ma organismi criminali organizzati e sedimentati. Oggi torniamo a ribadire l'impegno della nostra amministrazione, affinché Roma si ribelli a chi vuole umiliarla; a chi vuole renderla una città senza decoro e senza sicurezza; a chi vuole sopraffarla con il malaffare". Così la sindaca Virginia Raggi nel corso della seduta straordinaria dell'Assemblea capitolina dedicata a Paolo Borsellino e alla sua scorta. "Il 10 ottobre - ha poi annunciato - inaugureremo alla Romanina un parco intitolato ai 27 giudici uccisi dalla mafia e pianteremo 27 querce in loro memoria".
La seduta straordinaria, presieduta da Marcello De Vito (M5S), si è svolta nella sala del consiglio del VI municipio, a Tor Bella Monaca, e vi hanno preso parte anche il vicepresidente del Senato Paola Taverna, il prefetto di Roma Paola Basilone e il questore Guido Marino.
Negli ultimi tempi però - ha spiegato la sindaca - “abbiamo avuto esempi straordinari di come le cose stanno cambiando, grazie appunto al coraggio civile delle persone che non accettano sopraffazioni e ricatti. Persone che si sono ribellate; persone che non vogliono rassegnarsi alla violenza e alla sopraffazione”.
I cittadini di Tor Bella Monaca, ha aggiunto la sindaca “hanno bisogno di tornare ad avere speranza; devono tornare a respirare; devono tornare ad impossessarsi del proprio territorio”. La cosa importante, secondo la sindaca “è che i cittadini di Tor Bella Monaca sentano accanto a sé le istituzioni, le forze dell’ordine, la giustizia. Perché è vero. Qui lo Stato è stato assente per troppo tempo. Ma oggi – in occasione delle celebrazioni della strage di via D’Amelio – noi vogliamo riaffermare il diritto ad una vita che non costringa i cittadini onesti ad avere paura, a sentirsi morire “dentro” – giorno dopo giorno – a causa dei ricatti e delle violenze. Insieme possiamo farcela. Senza rassegnarci mai”, ha concluso Raggi.