Un mese senza Bruno Astorre. Il vuoto umano, il vuoto politico
Pubblicato: Martedì, 04 Aprile 2023 - redazione attualitàilmamilio.it - contenuto esclusivo
Ieri, un mese fa, se ne andava Bruno Astorre. Erano da poco passate le 13 del 3 marzo 2023 quando, come un colpo di frusta su uno stagno, si diffondeva la notizia della scomparsa del senatore dem. Una notizia che, col passare dei minuti, era diventata via via più drammatica per il modo in cui Astorre aveva deciso di andarsene.
Per settimane si è parlato di questo lutto che, riguardando in primis lo strettissimo ambito familiare, è stato anche un lutto pubblico considerato il grande clamore e la grande commozione che la morte del senatore originario di Colonna ha suscitato.
Ad un mese di distanza, le domande senza risposte restano moltissime e tali, inevitabilmente, resteranno per sempre.
Ad un mese di distanza il vuoto umano di chi nei lunghi anni di carriera politica ha saputo percorrere, conoscere ed adottare un intero territorio - quello dei Castelli romani prima, poi con accezione più ampia - è profondo.
Ad un mese di distanza però anche il vuoto politico è con evidenza (ma si sapeva) ampio ed apparantemente incolmabile. Non a caso, nella commozione ma anche nell'assoluta lucidità delle prime ore, proprio su queste colonne avevamo definito Bruno Astorre "l'ultimo politico": perché era chiaro da anni che un "erede" reale per chi aveva a sua volta "ereditato" il senso del forte attivismo sul territorio da Severino Lavagnini (anche lui scomparso troppo presto), non esistesse.
Gli effetti reali di questo vuoto, che qualche Carneade di passaggio tenta di accreditarsi a voler colmare, li vedremo chiari nei prossimi mesi e, certamente, in occasione delle prime elezioni che capiteranno sotto mano. Come ad esempio le prossime Amministrative di Rocca di Papa e di Velletri.
Soprattutto, il vuoto che Astorre ha lasciato - ma si sapeva - è un vuoto di "riferimento": altri esponenti intercomunali in grado di intercettare le istanze di un territorio non vastissimo ma complicato come quello dei Castelli romani, fatto di 15 "Repubbliche", non se ne scorgono purtroppo.
Altri in grado di conoscere e leggere le cose "politiche" ma anche le cose "sociali" ed umane di questo territorio, non se ne hanno. Al momento, caro Bruno, si vola davvero basso. Ma, questo sì, possiamo sperare in un prossimo futuro.