Insieme al governo Draghi muore pure il “campo largo”. Cosa succede sui territori, anche ai Castelli Romani?

Pubblicato: Giovedì, 21 Luglio 2022 - Redazione politica

ROMA (politica) - La crisi di governo, aperta proprio dai grillini e la successiva fine dell’esecutivo, hanno sancito una netta distinzione fra “Dem” e M5S come legittimamente sottolineato dallo stesso segretario Pd, Enrico Letta, che ha parlato di uno “scenario totalmente modificato”

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La fine prematura del governo Draghi pone grossi interrogativi anche sulla composizione del fronte progressista che puntava a compattarsi come reale alternativa alla destra. La ricetta sbandierata più volte dell’ormai noto “campo largo”, che vedrebbe come attori principali il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle insieme ad altre forze moderate riformiste, sembrerebbe essere tramontata in ventiquattro ore. La crisi di governo, aperta proprio dai grillini e la successiva fine dell’esecutivo, hanno sancito una netta distinzione fra “Dem” e M5S come legittimamente sottolineato dallo stesso segretario Pd, Enrico Letta, che ha parlato di uno “scenario totalmente modificato” invitando i democratici a concentrarsi esclusivamente sul proprio partito. centroEstivo freeTime ilmamilioA questo punto è legittimo chiedersi cosa accadrà sui territori, da dove è partita la reale fortuna del “campo largo”? Si pensi solo ai Castelli Romani con i recenti fortunati esperimenti elettorali di Grottaferrata e Ciampino, in quest’ultimo caso il Movimento 5 Stelle esprime addirittura un consigliere comunale ed un assessore. Senza considerare le dinamiche in Regione Lazio, dove Pd e M5S governano insieme da circa un anno in virtù di un accordo politico con affaccio sulla scadenza elettorale regionale della prossima primavera.

Sono tutti interrogativi che dovranno trovare risposta, senza tuttavia mai dimenticare un altro quesito di fondo: cosa è davvero rimasto del Movimento 5 Stelle?

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