Genzano, uccise il connazionale in via Terracini: arrestato 39enne romeno con accusa di omicidio volontario
Pubblicato: Venerdì, 15 Luglio 2022 - redazione attualitàilmamilio.it
Si è ormai chiusa l'indagine, dopo 3 mesi di lavoro da parte degli inquirenti (la vicenda ebbe un quadro indiziario sin da subito e ora si va verso il processo) per l'efferato omicidio di via Terracini della sera del 28 marzo scorso all'interno di una baraccopoli allestita da alcuni senza fissa dimora di nazionalità romena conosciuti alle forze dell'ordine.
La sera del 28 marzo scorso, poco dopo le 21, un 62enne rumeno fu ritrovato ucciso con un colpo di accetta in piena testa nel container dove viveva in un terreno privato, in stato di abbandono e pieno di rifiuti e materiale di scarto edile, condiviso con una connazionale di 39 anni. Fu proprio lui, già noto per numerosi precedenti penali per rissa, lesioni, reati contro il patrimonio, ad aver chiamato i soccorsi dichiarando di aver trovato in quello stato, al suo rientro, il connazionale con cui viveva vicino in un altro container di fortuna.
Anche la vittima era molto conosciuta a Genzano e nota alle forze dell'ordine per vari reati, tra cui una violenza sessuale ai danni di una 60enne avvenuta alcuni anni prima ai Castelli Romani. Da tempo l'uomo aveva il suo giaciglio di fortuna in via Terracini, dove spesso i residenti sentivano schiamazzi e violente liti dalle palazzine e le villette vicine del quartiere residenziale della zona zona delle "Palmetane" .
Dopo alcuni giorni di indagini è stata firmata un'ordinanza di carcerazione per il 39enne rumeno che aveva chiamato i soccorsi. E' indiziato di omicidio volontario in seguito ad una lite per futili motivi, in preda ai fumi dell'alcol (erano state trovate molte bottiglie di vino e birra sul posto ) che potrebbe essere alla base della violenta lite tra i due sfociata nell'efferato omicidio.
Alcune prove probabilmente, derivate dai rilievi, dalle testimonianze sul posto e dalle indagini, condotte nel massimo riserbo dai carabinieri di Genzano e Velletri, hanno indotto i magistrati indaganti della procura di Velletri, diretti dal procuratore capo Giancarlo Amato, a disporre intanto il fermo e la custodia cautelare in carcere a Velletri del sospettato per evitare anche il pericolo di fuga.
L'uomo si trova ancora in stato di arresto in attesa del processo, che dovrebbe iniziare nelle prossime settimane, da cui emergeranno tutte le dinamiche del grave fatto di sangue verificatosi nella strada molto popolata del quartiere residenziale di via Terracini, nella parte bassa di Genzano, vicino alla scuola Marchesi, e non lontano dal centro cittadino, a cavallo tra via della Selva, via Calabria e via Appia Vecchia e Nuova.
In quel terreno, noto già a tutti i residenti da molti anni per la presenza di questi soggetti, le forze dell'ordine, avevano fatto decine di interventi negli scorsi anni per le intemperanze e le continui liti in preda ai fumi dell'alcol tra i senza fissa dimora della baraccopoli. Erano tutti conosciuti alla giustizia e più volte arrestati dalla polizia e dai carabinieri per reati contro il patrimonio e la persona.
Il Terreno di proprietà di una ex ditta edile è ormai nel più totale degrado ed ora è posto sotto sequestro dai carabinieri di Velletri e Genzano dopo il tragico fatto (la proprietà dovrà bonificare dai cumuli di rifiuti presenti).
Sul caso è intervenuto anche il consigliere comunale di Genzano Rosario Neglia (Lega), che ha dichiarato: "Desidero esprimere ai carabinieri di Genzano e Velletri che hanno condotto le indagini nell'immediatezza e sono giunti ad un fermo, anche se poi sarà il processo a stabilire ogni responsabilità, grazie al buon lavoro che ha fatto e farà la procura di Velletri . Nel contesto della situazione, l'invito che rivolgo all'amministrazione comunale di Genzano è di fare un censimento accurato di questi insediamenti abusivi, presenze di baraccopoli. Sappiamo essercene altre, in luoghi pubblici e privati all'aperto, ben nascosti alla vista e anche in qualche struttura comunale abbandonata. In questi anfratti spesso si celano realtà di grande degrado e si perpetuano reati gravi come in questo caso. Bisogna intervenire in maniera determinata, provvedere agli sgomberi e alla messa in sicurezza di questi siti occupati, siano essi pubblici o privati. Non lasciare sviluppare situazioni che possano poi diventare pericolose per i residenti e per gli stessi soggetti sbandati che le realizzano senza nessun controllo. Approfittando di luoghi nascosti spesso ricettacoli di sporcizia, degrado e cumuli di rifiuti che inquinano e sono pericolosi per rischio incendi " .