Uno e trino: quel PD di Grottaferrata (perdente da 11 anni) che vuol ancora dettare le regole
Pubblicato: Mercoledì, 17 Novembre 2021 - redazione politicailmamilio.it - contenuto esclusivo
A Grottaferrata il Partito democratico non vince da 11 anni: era la primavera del 2010 quando il trionfo di Gabriele Mori consentì ai dem, da poco costituiti, di chiudere le lunga pagina di Ghelfi.
Quell'esperienza, proprio a causa delle profonde spaccature interne - mai superate - durò neanche 3 anni, fino alle dimissioni che il sindaco nel maggio 2013 fu costretto a rassegnare a causa dei soliti noti.
Da quel momento sono state solo batoste, tante batoste. Batoste interne con dualismi e pluralismi che hanno portato solo a nuove sconfitte; batoste esterne e laterali con città consegnata prima nuovamente al centrodestra e quindi alla ibrida e trasformista maggioranza (spinta anche da destra) che oggi ancora amministra Grottaferrata.
Sotto tutte queste premesse, che consiglierebbero al PD di viaggiare a fari spenti e di provare davvero ad aggregare, di fatto quello che filtra dalle stanze di via Isonzo è l'insistita e ormai anacronistica convinzione di essere in grado di proporsi come punto di raccordo unico del centrosinistra o comunque di una coalizione con spirito progressista.
Questo sarebbe possibile solo se davvero il PD fosse una entità unitaria ma, come sopra espresso, è noto a tutti che di unitario ci sia ben poco. E che il PD di Grottaferrata sia oggi - alla vigilia del congresso del 28 novembre - spaccato in almeno 3 fronti. Uno di qua, uno di là, uno al centro: e non è detto che nessuno di questi (almeno) tre spicchi della torta dem non sia pronto ad occhieggiare (come fatto già) all'attuale sindaco.
Dunque: che senso hanno gli incontri "bilaterali" che i dem continuano a proporre? Che senso e che peso hanno strette di mano e pre-accordi che durano spesso l'arco di un mese se non meno.
L'unica via per dare vera credibilità al Partito democratico di Grottaferrata è quella di raggiungere una reale unità di intenti e di prospettive. Cosa che, purtroppo, oggi manca come manca da 10 anni. E pensare di dettare le regole in queste condizioni non è solo impossibile ma anche deleterio.
Storia insegna.