Frascati | Un acceleratore 100 volte più potente e 3 volte più piccolo: il progetto INFN rilancerà anche l’economia tuscolana?
Pubblicato: Giovedì, 28 Ottobre 2021 - Federico Smacchiilmamilio.it - contenuto esclusivo
Nel 1961 l’INFN di Frascati, l’Istituto nazionale di fisica nucleare, inaugurava il primo acceleratore di particelle italiano, AdA, ideato da Bruno Touschek insieme a un gruppo di giovani ricercatori. 60 anni dopo i laboratori tuscolani sono pronti ad accogliere un nuovo, rivoluzionario esemplare di questo macchinario fondamentale per il progresso.
Sarà il primo modello al mondo in grado di generare un’accelerazione 100 volte superiore rispetto agli acceleratori tradizionali. Innovativo anche nelle dimensioni, sarà lungo appena 60 metri e grazie all’elevata energia che potrà raggiungere si apriranno le porte a nuove scoperte e applicazioni in ambito industriale, farmaceutico e biomedico.
Serviranno 500 milioni di euro per costruire il nuovo acceleratore al plasma nel polo scientifico tuscolano, nell’ambito di un progetto che vede coinvolti, oltre all’INFN come capofila, anche il centro di ricerche ENEA, il CNR e le università di Roma Sapienza e Tor Vergata. Prevederà la realizzazione di due poli, uno dei quali a Frascati, e verrà reso operativo nel 2028.
“In questo contesto storico-logistico, il polo di ricerca di Frascati assume un ruolo cruciale per diventare sempre più una struttura scientifica e tecnologica di eccellenza, in grado di attrarre i migliori ricercatori da tutto il mondo”, sottolinea Marco Ciotti, responsabile della Divisione Fisica della Fusione di ENEA.
Ed è anche la speranza delle tantissime strutture alberghiere frascatane, molte delle quali nate appositamente per ospitare i ricercatori, che ora versano in uno stato di crisi dovuto alla drastica riduzione di convegni e progetti che prima coinvolgevano professionisti della scienza da tutta Europa e dal mondo.
Il nuovo acceleratore di particelle all’INFN insieme al progetto DTT per la fusione nucleare nei vicini laboratori ENEA rappresentano l’eccellenza scientifica italiana, e apriranno in futuro a delle innovazioni senza precedenti. Tuttavia, per il momento, il beneficio economico dei centri di ricerca per la città di Frascati è praticamente scomparso.
Saranno proprio questi due progetti a contribuire al rilancio dell’economia tuscolana?