Ciampino | Le eredità della Ballico: il caso “Un’ 2 3 Scuola”
Pubblicato: Venerdì, 03 Settembre 2021 - Redazione attualitàilmamilio.it - contenuto esclusivo
Riceviamo da una cittadina di Ciampino e pubblichiamo.
“Mi chiamo Marilena Di Gianni ma molti genitori e bambini del territorio di Ciampino e Castelli mi conoscono semplicemente come la maestra Marilena. Perché è questo che sono prima di tutto: una maestra che ama il suo lavoro e i bambini e che, con la creazione del progetto “Un’2 3 Scuola”, ha lavorato affinché il sogno di un progetto educativo di qualità per i bambini diventasse realtà.
Purtroppo, quest’anno, ho deciso di non prendere parte alla nuova assegnazione, e non certo per mia volontà, bensì perché ritengo che la mia scuola non sia stata messa in condizione di partecipare e perché credo che un progetto che nasce per il sociale abbia bisogno del sostegno delle Istituzioni, sostegno che io ormai non avverto più da 2 anni.
Eppure la mia scuola è nata e si è sviluppata proprio grazie alla sinergia con le Istituzioni, che hanno appoggiato il progetto indipendentemente dal loro colore politico.
Nel 2014 presento infatti la mia idea alla Giunta comunale, che l’accoglie con entusiasmo consentendomi di creare una scuola per l’infanzia in cui i bambini siano davvero al centro. Oltre che dal “cuore”, io e il mio staff siamo sempre stati guidati dalla ragione, con la volontà di costruire percorsi didattici calibrati sulle esigenze reali dei bambini e delle loro famiglie, coinvolte in tutte le nostre proposte.
Poi, nel 2019, la giunta Ballico ridefinisce le sorti di Un’2 3 Scuola prevedendo una determina a scadenza annuale, che di fatto impedisce alla mia Impresa di progettare a lungo termine. Il bando esce a luglio (2019) con scadenza ad agosto, quindi in estremo ritardo rispetto alle esigenze organizzative di una scuola, ma decido di partecipare lo stesso. Nei mesi estivi mi viene impedito di pubblicizzare la scuola o di effettuare preiscrizioni, perciò ricevo pochissime iscrizioni, ma io e le mie collaboratrici ci rimbocchiamo le maniche e a settembre partiamo ugualmente.
Con la pandemia lo scenario si fa ancora più duro, ma anche questa volta – per amore del mio lavoro e dei bambini – decido di stringere la cinghia per arrivare alla fine dell’anno scolastico.
Nel corso dell’anno scolastico 2020/21 sembra finalmente che qualcosa si muova e mi viene detto che per l’anno successivo otterrò un contratto triennale. Tiro un sospiro di sollievo, ma purtroppo è tutto falso: a luglio non esce nessuna determina ma in compenso mi viene chiesto di saldare in un’unica soluzione tutto ciò che avrei dovuto pagare per i mesi precedenti (cosa che faccio, sebbene per il bilancio aziendale sia un vero sacrificio), e infine a metà agosto esce una determina senza preavviso e con termini di scadenza che non consentirebbero a nessun progetto didattico di strutturarsi in modo serio.
A questo punto, soltanto a questo punto, decido di tirarmi indietro e di non partecipare. E lo faccio nonostante io soffra per quello che significherà per le famiglie che mi hanno affidato i loro bambini: per loro, a settembre, non ci sarà più la stessa scuola che hanno lasciato a giugno. Ma del resto come avrei potuto avviare un anno scolastico senza il tempo necessario per fare una programmazione didattica articolata e di qualità come quella degli scorsi anni?
E inoltre, più in generale, come si può pensare che un progetto che nasce con e per il sociale si sostenga senza l‘ausilio delle istituzioni, che in più di un’occasione hanno mostrato di non comprendere le mie ragioni e di non voler ascoltare i miei segnali di allarme?
Mi chiamo Marilena Di Gianni, e purtroppo non è per mia scelta se, quest’anno, non sarò più la maestra Marilena per tutti i bambini che hanno preso parte al progetto Un’2 3 Scuola”.