Rocca di Papa | Nasce il gruppo social “Salviamo la Storia: una Legge per il Monte Albano”
Pubblicato: Sabato, 06 Marzo 2021 - redazione attualitàilmamilio.it
Una legge per salvare il Monte Albano (o Monte Cavo). E’ l’idea che circola da alcuni mesi a Rocca di Papa grazie all’impegno di un Comitato promotore che sta lavorando con enti e istituzioni per accelerare un movimento di opinione in grado di sensibilizzare cittadini, enti e istituzioni di alto livello al fine di valorizzare finalmente un sito di enorme importanza archeologica e di terminare l’era delle antenne sulla vetta.
Da pochi giorni è attivo anche un gruppo facebook, denominato “Salviamo la Storia: una Legge per il Monte Albano” che si prefigge, con vari contenuti, di rendere più visibile e alla portata di tutti il progetto che si sta delineando.
Tutto ciò nasce da una premessa storica molto importante:
La Civiltà Latina – che si è irradiata prima in Italia, poi nel Mediterraneo, in Europa e infine nel mondo - è nata sul Monte Albano, l’odierno Monte Cavo. E il Santuario federale dei Latini dedicato a Giove Laziale incarnò per sempre nel mondo antico, prima e dopo la dominazione romana, ciò che oggi la Basilica di San Pietro rappresenta per la cristianità.
Il Complesso del Monte Albano comprende la vetta di Monte Cavo con il Bosco Sacro sottostante e Alba Longa (la leggendaria città la cui memoria - come scoperto di recente - i Romani celebravano al Prato Fabio). La Via Sacra ancora esistente collegava pertanto i due monumenti tra i più insigni dell’antichità: Alba Longa e il Monte Albano.
Ma, prima ancora che per i Latini, la natura sacrale e mitica di questi luoghi nasce e si stratifica nel corso di un millennio nel territorio appartenente agli Albani, al cui patrimonio leggendario si deve l’origine e la stratificazione dei miti di Alba e degli dei del Monte Albano.
Questo mondo, che domina il cuore della nostra regione, è stato ignorato e abbandonato alla vergognosa devastazione di questi ultimi decenni: uno scempio che ci è duramente rimproverato da ogni ambiente culturale e scientifico, a partire dalle università fino alle più accreditate istituzioni storico - archeologiche italiane ed estere. Si tratta di “uno scandalo di dimensioni europee”.
Negli ultimi 20 anni Il Comune di Rocca di Papa ha condotto da solo una durissima lotta legale contro gli impianti di trasmissione abusivi che ancora devastano il Monte Albano, ordinando la loro demolizione e, implicitamente, il ripristino dei luoghi com’erano in origine. Nonostante il Comune abbia ottenuto sentenze favorevoli in tutti i gradi di giudizio, i condannati continuano tranquillamente a trasmettere, mostrando un altezzoso disprezzo per la Legge, la Storia, l’archeologia e le straordinarie potenzialità turistiche dell’area.
Per liberare la montagna e le sue pendici dalle antenne, acquisire i terreni ancora di proprietà privata, finanziare gli scavi archeologici e rendere infine fruibile un sito di tale importanza, restituendo così a questi luoghi la loro altissima dignità storica, si fa dunque appello alle massime istanze istituzionali, a partire dall’Unione Europea e dal suo Parlamento, per arrivare in tempi rapidi all’approvazione di una Legge che riconoscendo l’importanza del sito - come avvenuto per Pompei - avochi allo Stato ogni competenza e finanzi tutte le attività sopra menzionate.
Per iniziare un cammino di sensibilizzazione sul problema (annoso e irrisolto) dello scempio di Monte Cavo e di ciò che esso rappresenta si è costituito nel 2020 il Comitato promotore di “Una Legge per Monte Albano”. Nell’ultimo mezzo secolo, purtroppo, il disastro provocato dalle emittenti radiotelevisive con i loro impianti abusivi ha continuato a peggiorare e, nonostante le recenti condanne definitive e inappellabili per via giudiziaria a tutte queste emittenti praticamente non si è ancora risolto nulla. Il Comitato si prefigge di mobilitare le migliori coscienze italiane ed europee per imprimere una svolta decisiva all’azione di salvezza e di riqualificazione del Monte Albano. Ci rivolgiamo quindi, prima di procedere a una raccolta di adesioni generalizzata, a quanti tra associazioni e istituzioni culturali, studiosi e divulgatori scientifici intendono unirsi a noi per rivendicare una Legge e porre fine a quello che ambienti culturali stranieri hanno definito “uno scandalo di dimensioni europee”.
Ora, anche attraverso i canali social, l’idea di percorrere questa strada sta diventando più nota tra i residenti e cittadini dei Castelli Romani. In pochi giorni quasi 300 le adesioni. Si punta ad una condivisione più vasta.
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