Scuola, Fase 4: un’analisi condotta dall’Università di Tor Vergata svela i possibili scenari futuri della didattica a distanza
Pubblicato: Martedì, 11 Agosto 2020 - F.S.ilmamilio.it - contenuto esclusivo
Il sistema scolastico italiano, durante i mesi del lockdown, ha dimostrato una buona adattabilità all’e-learning, la didattica a distanza. Tuttavia – secondo l’analisi condotta dai docenti dell’Università di Tor Vergata Carlo Giovannella e Marcello Passarelli, insieme a Donatella Persico del CNR di Genova – il 10% degli studenti italiani ha sofferto la cosiddetta “perdita di contatto”, ovvero l’impossibilità di seguire le lezioni in modo proficuo al pari della presenza in classe. Questo però non significa che il concetto di e-learning sia una strada da abbandonare completamente.
La didattica a distanza rappresenta l’istruzione del futuro? Forse, magari in una versione “blended”, mista tra lezioni frontali e lezioni online. Secondo i ricercatori, la creazione di un servizio in cloud facilmente accessibile e garantito a tutti potrebbe avallare i problemi di inclusione nella didattica a distanza e al contempo sfruttare le potenzialità dell’era digitale applicandole all’apprendimento.
Ciò sarebbe possibile solo eliminando in parte la sincronia nella comunicazione tra docente che impartisce le lezioni e studenti che seguono, un caposaldo dell’istruzione italiana che, durante il lockdown, è servito nel tentativo di ricreare le dinamiche di classe, completamente perse a causa della quarantena. Secondo i ricercatori questo modus operandi è un approccio riduzionista alle possibilità offerte dall’era digitale e, allo stesso tempo, ha contribuito all’esclusione di quel 10% di studenti non in possesso di una strumentazione adeguata o semplicemente costretti a fronteggiare di continuo problemi di connessione che sicuramente hanno complicato il processo di apprendimento.
Politiche di inclusione sì, ma l’istruzione digitale resta ancora un’idea poco diffusa tra gli insegnanti: solo il 2% dei docenti intervistati nella medesima indagine si è dichiarato favorevole ad una didattica interamente online, il 32% si dichiara favorevole alla didattica mista ma il 66% è convinto che la soluzione migliore sia ancora la didattica faccia a faccia in aula. Questo perché la scuola non è solo imparare e studiare.
L’utilizzo di una piattaforma in cloud accessibile a tutti con lezioni già registrate e diversi servizi aggiuntivi sicuramente rappresenta un passo avanti per la digitalizzazione dell’istruzione, non bisogna però dimenticarsi del ruolo sociale e aggregativo della scuola, dell’importanza di vivere le dinamiche di classe e in generale la vita nell’ambiente scolastico. Aspetti che sicuramente non potranno mai essere digitalizzati.