Monte Compatri chiama Mosca. Là dove si mangiano bambini e i cavalli bevono nella fontana dell'Angelo
Pubblicato: Sabato, 14 Ottobre 2017 - Gregorio Boncompagniilmamilio.it
Avvertenza: si sconsiglia la lettura a certuni e talaltri poco presenti in spirito
Proprio nel paese degli alberi squadrati, già méta di frotte di turisti, oggetto di quel turismo mordi e fuggi tipico dei nostri giorni che porta giapponesi e russi in appena tre giorni sfilare veloci tra Roma, Firenze, Venezia e Monte Compatri, si aggira uno spetto.
Lo spettro del comunismo.
Ad evocarlo in un Consiglio comunale come tanti, improvvisamente, senza alcun preavviso, come un fulmine a ciel sereno, quelli della lista di maggioranza di Nuovi Orizzonti, sindaco Fabio D'Acuti in testa. Talmente intimorente, lo spettro, che a supporto di quando accaduto a Tinello Borghese ecco la nota ufficiale della maggioranza: c'è poco da fare, c'è ancora chi vorrebbe portare falce e martello a Monte Compatri (LEGGI l'articolo di ieri).
Le mamme monticiane sono in viva apprensione perché, si sa, i comunisti mangiano i bambini. Sui gruppi whatsapp delle classi, c'è chi sta già proponendo guardie armate all'ingresso delle scuole per stoppare ogni tentativo antropofago rosso.
A mettere ancora più paura sarebbe però quello che taluni, terrorizzati dall'immagine di Pietro Ingrao comparsa a mezza notte nel bel mentre di un sogno erotico di rondini tricolori sfreccianti sul cielo azzurro di Monte Compatri, avrebbero poi appreso dai social sul deep web.
Le due colonne, al bivio di via Frascati, a quel punto dovrebbe salire verso il Tuscolo: almeno così si evince. Lì, nel pianoro ai piedi dell'acropoli, dovrebbe atterrare - drone trasportata - la colonna 3 proveniente direttamente da Москва.
Riuniti truppe e cavalli, i cosacchi dovrebbero poi orientarsi verso San Silvestro da dove poi ricompattarsi e calare finalmente a Monte Compatri. Il tutto potrebbe avvenire tra giovedì e venerdì della prossima settimana.
A quel punto il terrore dei terrori, il padre di tutti gli spettri. Giunti a piazza Mastrofini, là dove sullo sfondo dell'erta verso Lu Monte vero e proprio si scorge la fortezza di palazzo Borghese, i cosacchi - tenetevi forte - faranno abbeverare i propri cavalli nella fontana dell'Angelo che, bronzeo, resterà attonito e plastico nell'atto della condanna morale dell'atto.
Sempre che, nel frattempo, chiaramente prosciugato il lago di Bracciano Acea non abbia staccato l'acqua all'intero paese.