Astorre: "Accantonamento fondo crediti dubbia esigibilità, peso insostenibile per i Comuni"
Pubblicato: Martedì, 03 Ottobre 2017 - redazione politicailmamilio.it - comunicato stampa
“Il peso dell’accantonamento obbligatorio al fondo crediti di dubbia esigibilità, così come previsto dal D.Lgs 118/2011, è e sarà nei prossimi anni insostenibile per i Comuni. La legge attuale, infatti, prevede che nei bilanci di previsione degli Enti locali, per i crediti di dubbia e difficile esazione accertati nell’esercizio, è effettuato un accantonamento al fondo crediti di dubbia esigibilità, vincolando una quota all’avanzo di amministrazione. Questa quota, come da integrazione introdotta dalla Legge di Stabilità 2015, è pari almeno al 55% nel 2016, almeno al 70% nel 2017, almeno all’85% nel 2018 e dal 2019 deve essere pari all’intero importo.
Seppur il principio legislativo ha una sua ragione di essere, non possiamo fare finta di non sapere che la congiuntura economica e finanziaria degli ultimi anni ha peggiorato la capacità di riscossione degli Enti locali e questo, ovviamente, ha comportato l’aumento delle somme da accantonare obbligatoriamente nel fondo. In prospettiva, nel 2019, l’accantonamento arriverà a pesare più del 20% del totale della spesa corrente nella maggior parte dei comuni italiani. Questo significa che i Sindaci si troveranno in grandissime difficoltà nel quadrare i bilanci preventivi, costretti a scegliere tra la rinuncia a erogare i servizi – e ricordiamo che i primi servizi erogati dai Comuni sono quelli alla persona e al sostegno delle categorie più deboli – e la dichiarazione di dissesto finanziario.
È necessario mettere in campo azioni positive per scongiurare questo pericolo e per mettere in condizioni i Sindaci e le amministrazioni comunali di continuare a lavorare per i propri cittadini. Per questo ho presentato, insieme ad altri colleghi, un’interrogazione congiunta, di cui sono il primo firmatario, ai Ministri dell’Economia e degli Interni affinché valutino la necessità di intervenire su questo aspetto o modificando il metodo di calcolo dell’accantonamento oppure concedendo più tempo ai comuni per il raggiungimento dell’intero importo”.
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