STORIE - Le olimpiadi del 1960: il mondo sportivo sull'antico lago di Castel Gandolfo - VIDEO
Pubblicato: Lunedì, 06 Gennaio 2020 - Giulia Bertottoilmamilio.it - contenuto esclusivo
Il lago di Castel Gandolfo venne scelto dalla commissione esecutiva C.O. N. I. per lo svolgimento delle gare di canottaggio e canoa, con sostegno favorevole del Ministro dei Lavori Pubblici, in occasione delle Olimpiadi nel 1960 che si svolsero a Roma. I Giochi della XVII Olimpiade si svolsero infatti nella capitale dal 25 agosto all'11 settembre del 1960.
La competizione coinvolgeva canadesi, cecoslovacchi, italiani, russi, germanici (come li chiamavamo all'epoca), americani, finlandesu e altre nazioni. La capitale venne scelta per i suoi scenari classici, il clima mite e la funzionalità delle strutture. Su uno splendido specchio d'acqua, nel cuore fertile di un antico vulcano, si scontravano così gli atleti, onorando il loro attento ed entusiasmato pubblico. Regate febbrili che però apparivano eleganti allo spettatore.
Anche il lago su cui si affaccia Castel Gandolfo offriva all'agone un panorama incantevole quanto illustre, con importanti resti archeologici e preistorici romani, come il Villaggio delle Macine, un insediamento dell'età del bronzo, e la villa di Domiziano, fatta costruire dall'imperatore Tito Flavio Domiziano.
Una cornice suggestiva, dove la potenza della natura si fondeva con quella dei portenti della canoa. Tutto il mondo si sfidava, sublimando i recenti rancori dei conflitti del Novecento.
Alla fine al primo posto nel medagliere si trovò l'Unione Sovietica con 103 medaglie totali, gli Stati Uniti d'America al secondo posto con 71 medaglie, seguiti dall'Italia al terzo con 36 medaglie. Per quanto riguarda le competizioni sul lago sul podio troviamo ancora L'Unione Sovietica, l'Ungheria e la Germania e Danimarca a seguire. L'Italia cercò di fare la sua parte, con orgoglio.
Per l'occasione il lago albano venne dotato di una nuova strada di accesso, anzi due: quella che saliva dalla "papalina", attraverso il tunnel e, da via dei Laghi, la "lago olimpico". Il C.O.N.I. realizzò le tribune e la banchina di attacco e premiazioni insieme alla torretta della giuria e della stampa: sul lungolago vennero realizzate le foresterie per gli atleti ed il porticciolo. Queste strutture, ad eccezione della foresteria, sono oggi in condizioni fatiscenti.
La linea del traguardo venne tesa con un cavo d'acciaio lungo quanto il semiasse minore dell'ovale del lago: oggi, sulla sponda sotto Rocca di Papa (uno dei 4 comuni che gravitano sul lago insieme a Castel Gandolfo, Albano Laziale e Marino), è ancora possibile vedere la piastra in cemento con l'occhiello per l'ancoraggio del cavo.
Per l'accesso pedonale al lago venne realizzata anche la cosiddetta "funivia" (in realtà si trattava di una semplice cestovia monofune con attacco permanente), rimasta in funzione fino al 1974 e dalla quale restano i piloni e la stazione di valle, oggi una pizzeria.
A memoria di quei giorni di grandissimo sport, restano oggi alcuni video dell'archivio dell'Istituto Luce in bianco e nero, dal fascino intramontabile. Antichissime, anche se non ancestrali quanto questo vulcano dei Castelli Romani, le Olimpiadi, i giochi nazionali greci, per celebrare il dio Zeus.
Il più grande trionfo resta quello del lago, della natura indomabile, dai vulcani che hanno plasmato la terra, all'acqua che oggi ancora ci permette di vivere.
Il lago di Castel Gandolfo insieme al "fratello" lago di Nemi, rappresenta uno degli ultimi crateri del grande vulcano Laziale: si ritiene che in tal senso le ultime eruzioni, con grandi colate fangose, si siano verificate 5mila anni fa.