Grottaferrata, l'ex Bazzica torna in aula. Famiglietti (M5S): "Stato di degrado indecoroso"
Pubblicato: Venerdì, 19 Aprile 2019 - Fabrizio Giustiilmamilio.it
L'Ex Bazzica, immobile confiscato alla criminalità organizzata già nove anni fa, torna in aula consiliare. Nel corso delle 'raccomandazioni' alla Giunta, all'inizio del consiglio comunale di ieri pomeriggio, è stato Piero Famiglietti, consigliere del M5S, a sottolineare il preoccupante stato di degrado della struttura e degli ambiti esterni.
"L'Ex Bazzica - ha detto - versa in uno stato di abbandono indecoroso. Non stiamo qui a fare il processo, ma questo immobile insiste sulla strada principale di passaggio per Frascati, oggetto del passaggio quotidiano di migliaia di auto. Persino a me vengono a dire: "Avete una cosa vergognosa all'ingresso della città, è stata sequestrata e uno ne è consapevole, ma almeno pulitela". Non si può lasciare un immobile in questo stato, con la rete rotta, il fogliame, la sporcizia". Al termine delle raccomandazioni il sindaco Andreotti, tra i suoi argomenti, non si è soffermato sulla vicenda.
L’ex Bazzica continua ad essere un enigma per la città di Grottaferrata. Assieme al residence 'Agorà', e recentemente ad un'altra struttura a Colle delle Ginestre (Leggi: Grottaferrata, Comune verso l’acquisizione di bene confiscato a Colle delle Ginestre. Su ‘Ex Bazzica’ novità a breve?), è a disposizione del Comune criptense. Le ultime notizie certe in merito alla sua gestione risalgono al passaggio prefettizio-amministrativo del Dott. Giacomo Barbato. Mancando le risorse per ristrutturarlo, e riscontrate anche delle irregolarità edilizie al momento del trasferimento, è rimasto un luogo di ipotesi e nulla più. Pochi anni fa ha rischiato di ritornare al Demanio.
Il primo intendimento di trasformarlo in un 'Polo della disabilità' dei Castelli Romani si è perso con il passare del tempo. Nel 2017 è stato richiesto all'Agenzia Nazionale per i beni confiscati' di ottenere l’autorizzazione ad adibire l’intera struttura ad un utilizzo diverso dalla prima destinazione. L’idea prevedeva lo sfruttamento economico del manufatto, con vincolo dei proventi a finalità sociale, in considerazione del fatto che le risorse dell’Ente non permettono di intervenire per la riqualificazione. Sul piano pratico è un problema non da poco, visto che dare luogo a indirizzi commerciali con finalità sociali è un’impresa complessa. Poco probabile, infatti, che un privato o qualsiasi cittadino ed associazione di buona volontà si infili in un’operazione poco redditizia. Intanto l’edificio, come inevitabile che sia, inizia a palesare i problemi dell’abbandono. Problemi denunciati in consiglio comunale, con una richiesta di interventi, da Piero Famiglietti.