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Dopo scissione: il silenzio degli speranziani dei Castelli. Chi segue il "capo" sulla barca del 3,2%?

24-02-2017

ROCCA DI PAPA (politica) - In attesa del nome del nuovo soggetto (unico?) fondato dagli scissionisti del Pd, sul locale piomba il silenzio. Sono davvero tutti pronti adesso a proseguire il percorso o ci sarà qualche altro "Emiliano" folgorato sulla via di fuga dal Partito democratico?

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La roccaforte è Rocca di Papa perché da Rocca di Papa parte l'associazione "Noi domani" che ha sposato la causa di Roberto Speranza. E' vero: c'era più di qualcuno che aveva strizzato l'occhio a Michele Emiliano, solo che il governatore della Puglia nel frattempo ci ha ripensato e gli scissionisti hanno dovuto un po' riparametrare il proprio indice di gradimento per il corpulento nei candidato segretario del Pd.

Tutto sommato Emiliano è stato uno di parola: se la linea era "combattere all'interno del Pd", come Speranza spiegò bene a Frascati (LEGGI l'articolo), allora è stato uno di parola.

Per il momento però, di fatto, da Rocca di Papa non giungono voci. Dopo tanto posizionarsi, prepararsi al Congresso, dopo tanto lavoro insomma, la brigata di Maurizio Querini - da sempre fido scudiero di Carlo Ponzo (e Pasquale Boccia) - è rimasta in religioso silenzio. Bisogna prima che il "capo", Roberto Speranza (e i suoi ispiratori Massimo D'Alema e Pierluigi Bersani), scelgano un nome per il nuovo progetto politico quindi si potrà finalmente pensare a parlare. Sempre che, ovviamente, tutti gli scissionisti - e c'è grande curiosità in merito - riescano a ritrovatsi sotto il medesimo nome e sotto la nuova medesima bandiera.

Querini era pronto a prendersi il Pd di Rocca di Papa con un congresso che è stato poi rinviato a data da destinarsi. Sarebbe interessante capire cosa se ne sarebbe fatto, in caso di elezione a segretario, del cappello di numero 1 della sezione di un partito nel quale non si riconosce più.

Vedremo poi cosa accadrà in Consiglio comunale dove, teoricamente per quanto detto e ridetto, fatto e rifatto in questi mesi, ben 2 consiglieri su 3 del Pd dovrebbero riconoscersi nella nuova avventura politica. Abbandonando certo una barca che pesa il 20% circa e salendo sulla barca di Speranza, al 3,2%.

A Genzano l'altro zoccolo duro degli speranziani-dalemiani-rossiani-bersaniani: gli scissionisti, insomma. Sembra che Gianluca Ercolani se la sia presa abbastanza con Rocco Maugliani per il rinvio del congresso. Anche in questo caso c'è da chiedersi: che senso avrebbe avuto diventare segretario locale di un partito dal quale si è informalmente usciti?

Gli altri fedelissimi speranziani dei Castelli risiedono a Castel Gandolfo (dove però Maurizio Colacchi il Pd lo aveva lasciato da tempo e sostanzialmente potrebbe accedere al nuovo soggetto politico degli ex Pd attraverso l'avvicinamento del fuoriusciti di Sel-SI di Scotto e Filiberto Zaratti) e a Velletri. Dove, peraltro, almeno a livello locale castellano si trova l'unico piccolo nucleo di speranziani al governo cittadino, con quel Daniele Ognibene che, presidente del Consiglio comunale, probabilmente in questa avventura extra Pd vede un proprio trampolino di lancio per tentare la corsa a sindaco nel 2018. 

Si parte dal 3,2% e saranno salite. Con i 5 stelle che sullo sfondo stappano champagne e pasteggiano a Cannellino.



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