VICENDE - Feliziano Cavaldesi, l'artista che fuse concettuale e figurativo

Pubblicato: Domenica, 05 Febbraio 2023 - redazione attualità

cavaldesi feliciano1 ilmamilioROCCA DI PAPA (vicende) - Nato nel 1914 il pittore roccheggiano seppe caratterizzare le sue opere per la grande spinta innovativa

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Feliziano Cavaldesi è stato un architetto, scultore e pittore nato il 1 aprile 1914 a Rocca di Papa, dove visse per tutta la vita. Nel 1932 si iscrisse all’Accademia di Belle Arti di Roma, presso la sede storica di via Ripetta, conseguendo il diploma quattro anni più tardi.

Durante i primi anni della sua carriera Cavaldesi si dedicò soprattutto ai temi dell’arte e dell’architettura classica e realizzò, spesso con la tecnica del carboncino e degli acquerelli, sia dei ritratti che delle vedute della Città Eterna. La sua ampia produzione artistica conobbe una prima e significativa evoluzione negli anni del dopoguerra, sulla scia delle esperienze della scuola romana e della sua conoscenza del disegno architettonico.

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Tra gli anni Cinquanta e Sessanta l’artista realizzò un gran numero di paesaggi, principalmente degli scorci di Roma come il Monte Celio, nonché Monte Cavo e i panorami roccheggiani.

In questo periodo Cavaldesi sperimentò le variazioni tonali e le qualità plastiche del colore a olio applicato alla tela. Il critico d’arte Vito Apuleo, riferendosi specificatamente a questa fase artistica, lo definì “un pittore dai silenzi tonali”.

Tra la fine degli anni Sessanta e il nuovo decennio, le veloci ed importanti innovazioni nel settore scientifico, tecnico e della produzione industriale in Italia e nel resto del mondo, indussero l’artista roccheggiano a una profonda riflessione sulla condizione dell'individuo all’interno di una nuova società di consumi.

A partire dagli anni Settanta, Cavaldesi abbandonò progressivamente la pittura strettamente figurativa e la pratica della pittura a olio in favore della pittura acrilica, del collage – integrato dall’uso del carboncino – e infine della stampa serigrafica. La grande innovazione del Cavaldesi consistette nel realizzare in quegli anni l’accostamento tra l’arte figurativa e quella concettuale.

Se un artista di oggi accostasse la figurazione con la concettualità compirebbe un’operazione che ai giorni nostri apparirebbe come banale, quasi scontata se non che già vista. Negli anni Settanta, però, accostare l’arte figurativa a quella concettuale significava “innovare”.

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A tal proposito, Cavaldesi mescolando il corporeo e l’incorporeo mise il nudo femminile a contatto con il mondo dei numeri e delle formule geometriche. Il disegno accademico e quello tecnico confluirono in una sintesi apparentemente arbitraria, ma allo stesso tempo convincente; ne conseguì che la sperimentazione del Cavaldesi portò a risultati suggestivi.

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Tutto ciò fu possibile mettendo in atto un sottile procedimento di simultaneità spazio-temporale, di radice cubista, attraverso il quale le immagini ci vengono offerte a brani, se non addirittura ad allusivi diagrammi.

Negli anni Ottanta e fino alla fine della sua carriera, che rappresentò il periodo di massima maturità artistica, Cavaldesi si dedicò a una riscoperta del post-impressionismo ed espressionismo.

Durante la sua vita l’artista realizzò numerose mostre personali e prese parte a varie rassegne collettive, sia in Italia che all'estero.

Molte sue opere fanno parte di collezioni private e sono depositate presso musei e gallerie civiche nazionali e internazionali, tra cui la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, il Museo Civico di Bracciano, il Museum of Modern Art di New York, il Moderna Museet di Stoccolma, il Musée d’Art Moderne di Parigi, il Museo Español de Arte Contemporàneo di Madrid e il Museo Puškin delle Belle Arti di Mosca.

A Rocca di Papa l’artista visse, assieme alla sua consorte, in un bellissimo edificio – da lui disegnato – situato all’inizio di corso della Costituente, salendo da piazza della Repubblica.

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Nella sua città natale Cavaldesi realizzò i progetti architettonici, con uno stile caratteristico e riconoscibile, di due piccoli edifici che subirono degli ingenti danni durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale.

Il primo situato verso la fine di corso della Costituente e largo Massimo D’Azeglio, che oggi ospita la caffetteria e pasticceria “La Casetta di Rina”, grazioso ritrovo per gli abitanti; l’altro situato in piazza Garibaldi, a ridosso della storica edicola.

Feliziano Cavaldesi morì il 25 ottobre 1996 e le sue spoglie riposano nel cimitero di San Sebastiano Martire, a Rocca di Papa.

di Flavia Santangeli

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