5 Luglio 1982: Italia-Brasile 3 a 2. L’impresa che fece impazzire di gioia una nazione

Pubblicato: Martedì, 05 Luglio 2022 - Fabrizio Giusti

ACCADDE OGGI - La tripletta di Rossi che fece piangere la nazionale favorita del mondiale 1982

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Il 5 luglio 1982 allo stadio Sarrià di Barcellona, la nazionale azzurra di calcio, battendo 3-2 il fortissimo Brasile di Zico, Falcao, Cerezo, Eder, Junior e Socrates, scrive una delle più grandi pagine della storia sportiva d’Italia.

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Un’impresa impensabile fino a qualche giorno prima, durante il deludente girone di qualificazione a Vigo, che si materializzò in un caldo pomeriggio che fece impazzire una nazione. Una emozione collettiva infinita, che ha ispirato nel tempo documentari, letteratura e film.

La nazionale del 1982 è ancora oggi circondata da un alone mitico e romantico perché quella squadra non era favorita, era partita male e riuscì a battere le squadre più forti in assoluto. Dal 1938 l’Italia non vinceva una Coppa del Mondo e dal 1968 che non si aggiudicava una competizione (gli Europei). La società italiana dell'inizio degli anni ottanta aveva alle spalle un lungo periodo difficile e complesso, di grandi cambiamenti ma anche di stragi, terrorismo, violenza diffusa, scandali. Poco prima (1980) erano balzate tragicamente alle cronache la stragi di Ustica e Bologna, il devastante terremoto dell'Irpinia (1980), lo scandalo della loggia P2 (1981), l'attentato al Papa (1981), la tragedia del pozzo di Vermicino (1981). Per questo in molti trovarono in quelle partite epiche un riscatto, una sorta di rinascita, identificandosi poi nell'urlo liberatorio di Marco Tardelli nella finale con la Germania. Dietro c'era altro, di molto profondo: la voglia di vivere un'altra stagione, ad esempio, che effettivamente ebbe inizio simbolicamente anche grazie a quelle incredibili giornate.

Un’intera nazione si ritrovò a fare festa insieme, senza alcuna divisione sociale, strabordando nelle strade e piazze una felicità inattesa e per questo ancora più vitale, veemente, contagiosa.

Fu comunque la sfida di Barcellona a dare la svolta. Dopo i pareggi scarni e preoccupanti della prima fase contro Polonia, Perù e Camerun, con una qualificazione raggiunta per miglior differenza reti, arrivò il primo ‘miracolo’ con il 2 a 1 all’Argentina di Maradona (campione del mondo in carica). Poi il Brasile, quel Brasile lì, secondo per qualità solo alla nazionale mitica di Messico 1970. L’Italia doveva per forza vincere a causa, ancora una volta, della differenza reti favorevole ai verdeoro. Un risultato utile, dunque. Solo uno.

Italia - Brasile del 5 Luglio 1982. La partita in cui Paolo Rossi entrò in campo con il peso delle critiche per le sue prestazioni e reduce da due anni di ingiusta squalifica per la vicenda del calcioscommesse. Giornalisti e opinione pubblica contro, Bearzot se lo era portato con sé, ignorando tanti altri giocatori tra cui capocannoniere della serie A: Roberto Pruzzo della Roma. Ma il 'Vecio', testardo, andò avanti ed ebbe ragione. Rossi, fino a quel momento a secco di reti, 'uccise' il Brasile con una strepitosa tripletta dentro una partita di sali e scendi, di chiamata agli inferi e ritorno.

La dinamica dell’incontro è ormai nella leggenda. Vantaggio di Rossi, pareggio di Socrates, raddoppio di Rossi, pareggio di Falcao. Poi ancora Plabito. Infine, dopo un gol regolarissimo annullato ad Antognoni, la magica parata di Zoff, 40 anni, che inchiodò un colpo di testa di Oscar sula riga di porta.  Poi il fischio finale, un popolo intero, incredulo, che scende nelle strade, invade tutte le città. Di quelle ore ricordiamo il bacio di Zoff a Bearzot, l’invasione di campo dell’intera panchina, la voce esaltata anche del sempre misurato e grandissimo Nando Martellini. E tante altre cose, rimaste nel cuore e nella mente di chi c’era e di chi vide. Un pomeriggio indimenticabile. Un pomeriggio che fece la storia. Prima del trionfo finale, quella notte a Madrid, contro la Germania.