Se i boschi dei Castelli romani diventano una discarica: crolla il turismo, a rischio la silvicoltura

Pubblicato: Venerdì, 18 Marzo 2022 - Federico Smacchi

CASTELLI ROMANI (attualità) – Sono oltre 240 le discariche abusive censite dai volontari di Riforestiamo. Quintali di rifiuti che ogni giorno vengono disperse nei boschi del territorio.

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Rifiuti ingombranti, scarti di produzione, sacchi pieni di indifferenziato, plastiche di ogni genere che vengono disperse nell’ambiente e che con gli agenti atmosferici compromettono l’ecosistema, diventando microplastiche invisibili che si insinuano nelle falde acquifere, alterando senza rimedio flora e fauna. Questo il risultato di anni di discariche abusive nei boschi dei Castelli romani. Un fenomeno che negli ultimi anni è anche peggiorato.

Sono infatti oltre 240 le discariche abusive censite dai volontari di Riforestiamo. Alcune sono nascoste, altre sono sulle strada sotto gli occhi di tutti, altre ancora ricadono su terreni privati utilizzati unicamente per gettare rifiuti.

Secondo Roberto Salustri, attivista di Riforestiamo e direttore tecnico dell’Ecoistituto del Lazio, “anni fa si trattava soltanto di aziende che gettavano i loro scarti nei boschi, oggi invece ci sono molti, troppi privati che si liberano dei loro rifiuti in questo modo per non pagare la Tari”.

“Paradossalmente – continua Salustri – con la raccolta differenziata il fenomeno è aumentato. Ogni giorno troviamo sacchi che contengono chiaramente rifiuti casalinghi, ammassati insieme a rifiuti ingombranti di ogni genere. Purtroppo abbiamo smesso di segnalare ai Comuni la situazione, semplicemente perché non abbiamo mai ricevuto risposta. A quanto ne sappiamo, soltanto Marino sta prendendo provvedimenti”.

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“I nostri unici interlocutori, quelli che possono effettivamente agire assieme alle istituzioni, sono i guardiaparco e i carabinieri forestali, ma sul territorio sono troppo pochi per riuscire a fermare il fenomeno. Serve l’intervento dei Comuni, servono multe, controlli, ma soprattutto pulizia, per evitare che i rifiuti dispersi nell’ambiente facciano anche peggio, con le intemperie che lentamente ne erodono le superfici, creando microplastiche e altri rifiuti microscopici che compromettono seriamente l’ecosistema, dalle acque alla vegetazione fino all’habitat delle specie autoctone”.

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“Un problema che ha le sue conseguenze principali sull’ambiente, ovviamente, ma che indirettamente sta compromettendo anche il turismo naturalistico ai Castelli romani. Le agenzie che organizzavano escursioni per i turisti ormai stanno abbandonando le escursioni nei boschi, pieni di rifiuti di ogni genere”.

I boschi sono in pericolo, e le associazioni che fanno parte del coordinamento Natura & Territorio lo sanno bene. Ormai solo il 12% degli ottomila ettari del parco dei Castelli romani è costituito da boschi naturali, il resto sono coltivazioni di boschi di castagno, anch’esse a rischio a causa del fenomeno.

Un problema che va risolto gradualmente, non esistono soluzioni miracolose, ma che deve necessariamente essere preso in carico anche dai Comuni che ricadono sul parco regionale. Solo così si potrà seriamente disincentivare l’abbandono dei rifiuti nei nostri boschi.

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